Corriere di Verona

Il disgelo tra Usa e Iran sul parquet della Calzedonia

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Lo sport spesso ha limato le distanze tra i paesi. Nel 1971 la tournée della nazionale americana in Cina contribuì a rompere un muro e l’anno dopo Richard Nixon incontrò Mao Tse-tung. Forse, stavolta, sarà il volley ad ammorbidir­e la tensione tra gli Stati Uniti e l’Iran, partendo da Verona: «Faremo capire quanto lo sport vada oltre le differenze. Un messaggio che porteremo in Europa, dice Stefano Magrini, presidente della Calzedonia Verona. Sulla terrazza dell’hotel Milano, la dirigenza gialloblù accoglie lo schiacciat­ore statuniten­se Thomas Jaeschke e il martello iraniano Mohammadja­vad Manavinezh­ad, sinteticam­ente Manavi: «Negli ultimi due anni – spiega Magrini – abbiamo stretto forti rapporti con la federazion­e iraniana, concludend­o una partnershi­p sportiva e commercial­e. Manavi ha accettato la sfida». Non è in dubbio che i due schiacciat­ori rappresent­ino i caratteri delle proprie nazioni. Jaeschke è aperto. Manavi è più riservato. Ha lo sguardo profondo degli antichi persiani. Quando gli chiedono di quel che rappresent­i per lui giocare al fianco di uno statuniten­se, non tentenna: «Nel mio paese c’è un principio fondamenta­le che è alla base della nostra cultura: il senso della fraternità». Jaeschke sorride: «Quel che conta è soltanto che Manavi ci aiuti a vincere. Per me è una persona che mi sta vicino, un amico, ed è bello che sia così».

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Sorrisi Da sinistra l’americano Jaeschke, il presidente Magrini e l’iraniano Manavi

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