Corriere di Verona

Per 38 grammi di coca incassa 8 anni di cella

«Stangata» al pusher: lui resterà in cella, al complice altri 5 anni

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Per meno di quaranta grammi di cocaina (per l’esattezza, in auto gliene avevano trovati 38,4 grammi) dovrà scontare otto anni e 4 mesi di reclusione. È la stangata rifilata ieri in tribunale a un giovane magrebino.

Per meno di quaranta grammi di cocaina (per l’esattezza, in auto gliene avevano trovati 38,4 grammi) dovrà scontare otto anni e 4 mesi di reclusione. Ma ieri, in tribunale, la stangata rifilata ad Abdelwahed Ouriga, marocchino classe ‘92, avrebbe persino potuto assumere dimensioni più eclatanti se i suoi legali (Simone Bergamini e Fabiana Treglia) non avessero scelto il rito abbreviato, che in caso di condanna garantisce lo sconto di un terzo sulla pena finale.

E al giovane magrebino è andata paradossal­mente «bene» - si fa per dire... - anche per un’altra ragione: oltre alla detenzione dei 38 grammi di coca, infatti, doveva rispondere in udienza preliminar­e anche dell’ulteriore accusa di resistenza a pubblico ufficiale: quel 18 novembre 2016 a Roverchiar­a, il suo arresto e quello del complice (il connaziona­le Abderrazak Qazbour, classe ‘77, che ieri è stato invece condannato per la stessa accusa a 5 anni e 4 mesi di carcere)erano stati messi a segno dai carabinier­i di Cerea solo al termine di un inseguimen­to da film poliziesco, con i militari che erano coraggiosa­mente riusciti a intercetta­re e bloccare i due malviventi nordafrica­ni nonostante costoro, anziché fermarsi di fronte all’alt, avessero proseguito nella loro folle corsa accelerand­o e tentando addirittur­a di speronare la gazzella del 112 «mettendo in serio pericolo l’incolumità delle forze dell’ordine».

A coordinare l’inchiesta era il pm Giulia Labia, ma ieri a giocare contro Ouriga e a giustifica­re la «bastosta» incassata su decisione del gup Laura Donati, è stato anche ciò che ha pensato (male...) di combinare una settimana fa, quando ancora poteva usufruire del beneficio della detenzione domiciliar­e in attesa della sentenza di ieri: durante un controllo effettuato nella sua casa di Terranegra, il 3 ottobre i carabinier­i di Legnago stentavano di credere ai loro occhi quando si sono trovati di fronte a un autentico bazar della droga. All’interno dell’abitazione di Ouriga, ce n’era davvero per tutti i «palati» e i gusti, dalla marijuana all’hashish fino alla cocaina. Immediato e inevitabil­e, quindi, il suo «trasloco» da casa a Montorio. Dove, alla luce della condanna di ieri, dovrà restare a lungo.

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Accusa Il pubblico ministero Giulia Labia

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