Piccolo Missionario 90 anni di sguardo su Africa e mondo
La mostra che festeggia il mensile a fumetti dei Comboniani
Novant’anni e non sentirli. Uno sguardo sull’Africa e sul resto del mondo: dai «moretti» del ventennio fascista ai «fratelli» dei giorni nostri. Per festeggiare il compleanno speciale del Piccolo Missionario, il mensile a fumetti dei Padri Comboniani dedicato ai ragazzi, è stato scelto proprio il 10 ottobre, giorno in cui la Chiesa ricorda San Daniele Comboni. Perché è stata l’opera «rigeneratrice» del fondatore dell’ordine missionario a guidare anche questa esperienza di evangelizzazione nata nel gennaio del 1927. In copertina, del primo storico numero, le piramidi d’Egitto e un giovane straniero di spalle, vestito solo di un perizoma. Una delle tante «chicche» che si possono ammirare nella mostra allestita al primo piano della Biblioteca Civica di via Cappello, inaugurata ieri pomeriggio e in programma fino al 4 novembre. Un vero e proprio tour tra tavole illustrate dai grandi nomi del fumetto italiano e veronese. «Nata come rivista, per così dire “confessionale”, nel corso degli anni il Piccolo Missionario ha guardato sempre più al sociale, cercando di far riflettere i propri giovani lettori sui temi dei diritti umani, della fratellanza, della solidarietà» ha ricordato lo storico Gianni Brunoro. Un’evoluzione testimoniata anche dalle tavole esposte nella mostra. Dal Chicchirì «negro cacciatore» di Benito Jacovitti (che collaborò con la rivista nei ‘50) al dramma dell’Apartheid sudafricano raccontato dalle tavole di Renato «Taner» Frascoli già disegnatore per il Corriere dei Piccoli. Fino ai disegni inconfondibili del veronese Alberto Tosi e al genio Carlo «Perogatt» Peroni, padre del celebre Nerofumo, protagonista di tante e fortunate strisce. Ma è ad Alfredo Biasioli, il disegnatore veronese scomparso un anno fa, che spetta il record di longevità delle collaborazioni: 55 anni di fedeltà dal 1958 al 2013. «Facciamo memoria, ma con lo sguardo rivolto al futuro - ha commentato il direttore, padre Aurelio Boscaini -. L’editoria si sta evolvendo, i ragazzi sono sempre più su Internet e anche noi siamo in Rete. Ma credo che il fascino della carta tra le mani sia insostituibile e per questo pensiamo già al centenario». Dalla redazione di San Giovanni in Valle, con Pablo Sartori e Jessica Cugini. «Verona sa essere una città aperta - ha concluso padre Boscaini -. Il nostro vescovo moro, San Zeno, ce lo ricorda ogni giorno». (e.p.)