Sale slot, cultura e teoria gender: prime critiche al programma Musei, arriva il «direttore unico»
Il programma del sindaco Sboarina comincia a far discutere. Le «linee» indicate dal sindaco, e anticipate domenica dal nostro giornale, saranno discusse verso la fine del mese in consiglio comunale, ma intanto cominciano a fioccare le reazioni. Il Pd e Verona Civica ne parleranno diffusamente domani, ma già ieri hanno anticipato le critiche sul tema della lotta al gioco d’azzardo. Il programma del sindaco prevede il divieto di nuove sale, ma per i 5 consiglieri (Tommaso Ferrari, Carla Padovani, Elisa La Paglia, Federico Benini e Stefano Vallani) occorre fare di più, non solo contro le sale ma anche contro le macchinette mangiasoldi installate nei bar e nelle tabaccherie. L’esempio, dicono, va preso dal Comune di Bergamo, dove vengono limitati gli orari (vietando quelli dei pasti, pranzo e cena), impedendo anche il rinnovo dei contratti di noleggio per le slot machine. Della parte culturale del programma si è parlato invece nella commissione consiliare Cultura, dove l’assessore Francesca Briani ha specificato che il Polo Museale Unico, previsto nel documento del sindaco, va inteso soprattutto come gestione unica dei musei: proprio ieri è scaduto il bando per un «direttore unico» di tutti i musei cittadini, e a breve ne conosceremo il nome. Michele Bertucco ha sollevato anche il tema dell’uso dell’Arsenale, che però è questione più urbanistica che culturale. Se ne riparlerà. Molto discusso, a Palazzo Barbieri, anche il tema del Traforo, che Sboarina intende «rivalutare» ma con un progetto diverso da quello presentato da Technital. Della questione si stanno occupando gli uffici tecnici, non senza qualche problema non facile da risolvere, tanto che alcuni avrebbero pensato di evitare un impegno diretto. Ma la questione è molto «supportata» dalla Lega Nord. Se ne riparlerà in aula.
È subito polemica, invece, sulla parte relativa al mondo gay e alla questione di genere. Il documento di Sboarina prevede «azioni di contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole», il divieto per la presenza «nelle scuole comunali o convenzionate di libri e pubblicazioni che promuovono la diffusione della citata impostazione (gender)». Critiche su queste espressioni sono arrivate da Pd e Verona Civica (Tommaso Ferrari), mentre il Circolo Pink ha accusato il sindaco di aver fatto proprie le posizioni del consigliere Alberto Zelger che aveva accusato Flavio Tosi di essere troppo morbido in materia e ricordando le polemiche del 1995 su questi temi parla di una «situazione che appare sempre più pesante».