Corriere di Verona

Mea culpa di Fusco: «Ma l’Hellas ora va»

Partenza a rilento, il direttore sportivo si prende la colpa e assicura: «A Torino la gara della svolta»

- Matteo Fontana

Ha tirato il fiato anche lui, in questa settimana di pausa del campionato. Il tempo necessario per fare ordine nei pensieri, con il cuore più leggero per il pareggio in rimonta colto a Torino a testimonia­re di un Verona che non abbandona la trincea, anzi: «Il punto che abbiamo conquistat­o e la reazione che si è vista sono la dimostrazi­one che questa squadra non molla mai. Si è capito, una volta di più, che con la compattezz­a di tutto l’ambiente, la salvezza, che è il nostro obiettivo, è alla portata».

Filippo Fusco parla ai microfoni di Telenuovo, nel corso della trasmissio­ne «Gialloblù Live». Alla sosta, l’Hellas, c’è andato con tre punti in classifica. Il Verona è passato anche per sonore batoste, in primis il 5-0 incassato con la Fiorentina: «Quello resta il vero passaggio negativo di questa prima parte di stagione. Serve tempo per costruire un gruppo. Avremmo voluto andare in ritiro con l’80 percento della rosa a disposizio­ne. Per alcune ragioni non è stato così, anche per colpa mia, perché ci sono state delle situazioni che potevo gestire meglio, soprattutt­o sul piano della tempistica. In questi casi la responsabi­lità è del direttore sportivo». Un mea culpa senza filtri, quello di Fusco, che ripensa all’occasione sfumata per l’arrivo di Patrick Cutrone all’Hellas (doveva essere tutto fatto, invece poi l’attaccante è rimasto al Milan) e pure alla complicata conduzione del caso Cassano. Non solo: «Avevamo chiesto Kean alla Juventus a maggio, ma è arrivato soltanto alla fine del mercato. Non sono riuscito a darlo prima a Pecchia». Resta il passato, questo, peraltro, mentre il presente chiama Fusco a un altro genere di analisi.

Il cammino dell’Hellas è stato accidentat­o e, con i risultati, spesso è mancato il gioco. Il ds gialloblù osserva: «Abbiamo scontato l’adattament­o alla Serie A. Calarsi in una realtà nuova come questa non è semplice. Non ci ha aiutato il calendario, che è stato molto complicato. Tuttavia, oltre al pari con il Torino, da Crotone, che è un campo durissimo, siamo tornati con un risultato favorevole. Con il Napoli abbiamo perso per 3-1, ma la prestazion­e, di fronte a una squadra che sta compiendo un grande cammino, è stata buona. Non mi fermo soltanto al valore della prova con il Toro». Fusco continua: «Lo stesso rendimento l’avevamo avuto una decina di giorni prima con la Sampdoria: potevamo vincere, potevamo perdere, ne è uscito un risultato giusto, al termine di una gara di spessore. Il fatto è che un allenatore ha bisogno di tempo per trasmetter­e alla squadra la propria idea di calcio. Non è facile essere spensierat­i, ma con il Torino il Verona è andato all’attacco, ha costruito tanto, si è trovato sotto nonostante avesse dominato per 30’. Si è ripreso e ha recuperato. Questo può essere il crocevia per l’Hellas».

Immagina, e vuole, Fusco, un Verona rigenerato dal 2-2 con il Toro e già proiettato verso la sfida-salvezza di lunedì prossimo con il Benevento: «Siamo davanti alla prima partita da non sbagliare. Dobbiamo vincere. Tanto meglio se riusciremo a farcela esprimendo anche del buon gioco, ma contano soltanto i tre punti».

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Il pareggio in extremis a Torino ha risollevat­o il morale all’Hellas
Cambio di passo Il pareggio in extremis a Torino ha risollevat­o il morale all’Hellas

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