Arabo, inglese e francese... L’ufficio postale parla straniero
Gli operatori Mary Grace, Mustapha, Mohammed e la «rivoluzione» dell’ufficio postale Verona Centro
L’ufficio postale Verona Centro, da ieri, è il secondo in Veneto a lanciare il «Progetto Multilingue» di Poste Italiane: gli operatori Mary Grace, Mustapha e Mohammed aiutano i clienti stranieri.
«Mì vegno dal Marocco…». Uno straniero che scherza in dialetto è uno straniero che si sente un po’ più a casa. E Mustapha - in Italia da 24 anni, laurea in ingegneria civile a Bologna, la battuta è sua - è uno dei tre stranieri che lavorano alle Poste di Verona, 40 sportelli fra centro e area metropolitana (126 in provincia). Lui. Poi Mohammed, classe ’94, altro marocchino, perito meccanico che sogna di fare l’economista. Quindi Mary Grace, classe ’79, originaria delle Filippine, laurea in turismo a Bologna. Ai primi due si può chiedere in arabo e francese come spedire una lettera o compilare un modulo, Mary Grace aiuta chi può parlare solo inglese, in tutti e tre i casi l’italiano è ovviamente sciolto e snello.
L’ufficio postale di via Porta Organa a un tiro di schioppo da Piazza Isolo, da ieri, è il primo ufficio postale di Verona (su 40, come detto) e il secondo in Veneto - l’altro a Padova dove il Progetto Multilingue permette agli stranieri che vi si mettono in coda di sentirsi un po’ più a casa nel momento in cui devono sbrigare pratiche burocratiche: allo sportello 1 c’è Mohammed, al 2 siede Mustapha, al 3 sorride Mary Grace. Mettiamola così: considerato che Verona è il primo Comune veneto per numero di stranieri residenti, 35.245 cioè il 13.7 per cento della popolazione (dati Istat aggiornati all’1 gennaio 2017) l’iniziativa di Poste Italiane è giusto un primo passo che suona quasi obbligato di fronte a una realtà quella dell’integrazione straniera nel tessuto cittadino - già da tempo consolidata. I servizi più richiesti dagli stranieri? Risponde Andrea Fiorin, direttore provinciale di PI: «Il moneygram per spedire soldi in patria, l’invio e ricezione dei documenti per la regolarizzazione, l’acquisto di schede col piano telefonico più adatto in base al paese di provenienza». Richieste che sono pane quotidiano all’ufficio di via Porta Organa, questione geografica, se guardiamo alla mappa della città: «Sì, perché il quartiere di Veronetta, ad alto tasso di presenza straniera, è a un passo da qui, e peraltro siamo sulla direttrice di lungadige Galtarossa, sede della Questura, quindi l’ufficio è anche comodo per chi deve appunto sbrigare pratiche documentali». «Era l’ufficio ideale per lanciare questo tipo d’iniziativa, vista la vicinanza con Veronetta, e siamo felici che da oggi ci sia questo servizio in più», la chiosa dell’assessore al Decentramento, Marco Padovani.
E’ soprattutto un servizio di cui, ovviamente, c’è tanta richiesta, basti pensare ai già citati 35mila stranieri che risiedono qui da noi. «Sono stato anch’io dall’altra parte, in fila, per le pratiche, quindi so cosa vuol dire», racconta Mustapha: «Vedo già alcuni miei concittadini illuminarsi in un sorriso, quasi commuoversi, quando realizzano che parli la loro lingua e che ti possono spiegare meglio tutto ciò di cui hanno bisogno, a volte anche raccontarti la loro storia...». La storia di Mustapha, 33 anni, è quella lì: «Mio padre è partito per primo, dal Marocco. Poi l’abbiamo raggiunto qui: prima Bologna, adesso Verona. Sto aspettando la cittadinanza». Quella di Mohammed, il più giovane dei tre, 23 anni: «Sono in Italia da 13 anni. Tanta Calabria. Dal 2014, Verona. E’ la mia prima volta in Poste. Fra pochi mesi avrò la cittadinanza. Poi mi piacerebbe laurearmi in economia». E infine Mary Grace: «In Italia da 17 anni. Lavoravo alle Poste a Bologna. Ma mi sono trasferita a Verona per amore: il mio compagno è di Montorio, abbiamo due figli, qui ho trovato la felicità». E chi trova lei, adesso, allo sportello di via Porta Organa, trova un aiuto non da poco.
L’operatore Mustapha
Sono stato anch’io in fila per le pratiche e so cosa vuol dire non parlare la lingua: poter essere aiutato è commovente