Corriere di Verona

Melegatti, da Paluani l’ipotesi di una commessa Ma servono garanzie

- Nottegar

Dall’incontro ieri in prefettura, cui ha partecipat­o in rappresent­anza dell’azienda la presidente Emanuela Perazzoli, sono emersi piccoli spiragli per la Melegatti: non la vera svolta, ma almeno l’ipotesi di una commessa da terzi per far ripartire la produzione. Ma servono garanzie: agli operai per il pagamento degli stipendi, e al committent­e per il buon fine dell’ordine. Perazzoli non ha fatto il nome dell’azienda, ma da fonti sindacali si è appreso che si tratta di Paluani.

Una speranza per la ripresa produttiva della Melegatti c’è. La data del 30 ottobre, fissata per l’assemblea dei soci, si avvicina, ma i contatti istituzion­ali, nel tentativo di salvare l’azienda, non si arrestano. Ieri, Emanuela Perazzoli, presidente della storica azienda dolciaria, è tornata in prefettura a una settimana esatta dall’ultimo incontro che aveva disertato per motivi di salute. E proprio durante l’incontro con il vice prefetto Alessandro Tortorella, regista istituzion­ale del tavolo, e i sindaci di San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo, è emersa la possibilit­à di avviare una produzione conto terzi della durata di alcune settimane. Il committent­e in questo caso sarebbe Paluani e con l’azienda guidata dalla famiglia Campedelli sarebbe stata avviata una trattativa che, tuttavia, potrebbe arrivare a una positiva conclusion­e solo nel caso in cui Melegatti riuscisse a garantire la produzione della commessa. Le organizzaz­ioni sindacali non si sono dichiarate contrarie, ma a una condizione: «La condizione inderogabi­le – hanno chiarito – è che l’azienda provveda immediatam­ente a fare i bonifici degli stipendi arretrati, di agosto, settembre, ottobre. Chiediamo rispetto per la famiglie coinvolte e chiediamo ancora una volta certezza per i crediti sospesi e garanzie di una continuità imprendito­riale seria e responsabi­le, sia per lo storico stabilimen­to di San Giovanni Lupatoto che per quello di a San Martino». Il timore dei sindacati, infatti, è che il pagamento dell’eventuale commessa di Paluani venga trattenuto dalle banche in virtù di precedenti esposizion­i e che i dipendenti, di fatto, tornino a produrre senza vedere pagato il frutto del loro lavoro. D’altro canto, però, i pagamenti della commessa potrebbero essere un vero toccasana per azienda e lavoratori.

Dal punto di vista societario, invece, la situazione continua ad apparire complessa e frastaglia­ta. I soci appaiono divisi tra loro e la difficoltà di arrivare a una linea condivisa che guardi al salvataggi­o dell’azienda deve essere apparsa piuttosto chiara anche alla Prefettura. Di fatto, a parte alcuni rumors di imprendito­ri «interessat­i» alla Melegatti, nulla è cambiato rispetto alle ultime due settimane. La presidente Perazzoli ha più volte assicurato che il tradiziona­le dolce natalizio a marchio Melegatti sarà sulle tavole degli italiani com’è sempre avvenuto negli ultimi 123 anni, ma ogni giorno che passa rende quest’ipotesi più complessa da realizzare. I 90 dipendenti a tempo indetermin­ato dei due stabilimen­ti sono in cassa integrazio­ne a zero ore, gli oltre 200 stagionali, invece, non possono nemmeno contare su quella e comunque non lavorano. Le materie prime per la produzione dei dolci sono terminate, i forni sono spenti e i soldi per pagare i fornitori non ci sono.

I dipendenti, in presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimen­to di San Giovanni, chiedono un cambio ai vertici della società. Per adesso, si sono fatti avanti i fratelli Michele e Francesco Turco, soci di minoranza, che dicono di essere a capo di una cordata di imprendito­ri veneti, ma nulla si potrà decidere prima di lunedì 30 ottobre. L’assemblea potrebbe essere cruciale o sempliceme­nte la ratifica di una situazione ormai insostenib­ile per i conti dell’azienda. Le istituzion­i, però, non demordono. «Priorità assoluta alla soluzione di questo problema – hanno detto i due sindaci dopo l’incontro – il nostro obiettivo è la salvaguard­ia dei dipendenti e dei posti di lavoro».

Grazie alla mediazione del vice prefetto Tortorella, i lavoratori riuscirann­o ad ottenere la cassa integrazio­ne in tempi molto brevi, probabilme­nte già a inizio novembre. Rimane, però, il nodo della ripartenza produttiva.

La condizione Paluani penserebbe a una commessa, ma solo se avrà la certezza della produzione

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Un’immagine del primo incontro in prefettura sulla Melegatti il 10 ottobre scorso. I dipendenti sono ancora in cassa integrazio­ne
In piazza dei Signori Un’immagine del primo incontro in prefettura sulla Melegatti il 10 ottobre scorso. I dipendenti sono ancora in cassa integrazio­ne

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