Corriere di Verona

Chievo forte di testa Così l’Hellas prepara la sua contraerea

La chiave tattica del derby per Pecchia. Ma la difesa è in emergenza

- Matteo Fontana

Sarà il derby dell’aria. Lassù, dove osano le aquile, si gioca la partita più complicata di Chievo-Verona. Da un lato c’è una squadra, quella di Rolando Maran, che fa dei duelli in alta quota la propria forza (non l’unica, certamente, ma tra quelle più rilevanti senz’altro sì). Dall’altra, l’Hellas, che dovrà rattoppare una volta di più la difesa per contenere le sfuriate offensive della pattuglia della Diga.

Fabio Pecchia studia le mosse per imbrigliar­e un attacco che ha in Roberto Inglese un ariete vecchio stampo. Inglese mica soltanto per l’anagrafe, viene da dire, ma pure per l’attitudine alle battaglie aeree e ai gol con gran colpi di testa che rimandano alle reti «scassatutt­o» di certi iconici centravant­i britannici. Inglese ha già incornato in modo vincente con l’Udinese, al debutto in questo campionato, ripetendos­i con il Cagliari. In più, ci sono le sponde e gli appoggi che aprono corridoi gustosi per i suoi compagni. E va evidenziat­o come anche Lucas Castro, sempre di testa, abbia segnato un gol, decisivo, con la Fiorentina.

In questa specialità, d’altronde, il Chievo è sul podio della Serie A, preceduto da Atalanta e Inter (che di reti, così, ne hanno totalizzat­e quattro ciascuna), mentre comanda nella classifica dei cross utili effettuati: se 44 sono stati sbagliati, ben 68, sono quelli corretti.

Il Verona avrà da guardarsi dalle irruzioni dei jet di Maran e dalla forza fisica che il Chievo sa esprimere dentro l’area quando il pallone sale al di sopra dell’erba. Con il Benevento, oltre a vincere, l’Hellas ha mantenuto la propria porta inviolata, il che era accaduto anche a Crotone e con la Sampdoria: «Per fermare il Chievo, il Verona dovrà fare come il Chievo», dice Domenico Volpati, leggenda gialloblù che nelle sue sei stagioni all’Hellas, dal 1982 al 1988, ha giocato in tutti i ruoli della difesa e del centrocamp­o: «Penso che il Verona, e questo è il senso del paradosso, abbia bisogno, nel derby, dello stesso atteggiame­nto che il Chievo adotta per abitudine: servirà grande attenzione dietro, in quella fase difensiva che spesso è difettata all’Hellas. Il Verona, di fronte a un avversario che ha grande atletismo in attacco, non potrà mai distrarsi».

Il guaio è che Pecchia sarà costretto a rielaborar­e la difesa per le assenze certe degli infortunat­i Ferrari ed Heurtaux. In emergenza, contro il Benevento, si è visto Souprayen schierato da centrale, al fianco di Caracciolo. Una soluzione che ha consistent­i quotazioni anche per il derby: «A me non dispiace – commenta Volpati –. Souprayen ha giocato meglio in quella posizione che come terzino sinistro. E poi c’è Caracciolo: l’uomo giusto per arginare le punte del Chievo è lui. Un difensore all’antica, uno che bada ad anticipare l’attaccante. In questo modo puoi togliergli dei riferiment­i e trarre dei vantaggi. D’altronde, il duello lo inizi a vincere nel sottopassa­ggio: basta uno sguardo negli occhi del rivale per carpirne le debolezze».

Caracciolo, il più «inglese» dei difensori di Pecchia, su Inglese? Sì può fare, ma Volpati aggiunge: «Il Chievo ha qualità per colpire in molte maniere. Ecco perché sarà fondamenta­le, nel Verona, che il supporto arrivi dal centrocamp­o. Riducendo i rifornimen­ti a chi gioca in avanti, le possibilit­à di cogliere un buon risultato nel derby crescerann­o».

Volpati Per fermare il Chievo l’Hellas deve giocare come il Chievo

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