Libri «gender» torna la protesta contro i divieti
I primi donati dal consigliere Bacciga, i secondi finiti all’«indice»
È guerra di libri. Quelli «di destra». E quelli «gender»: non i saggi, ma alcuni volumi illustrati per bambini. Ieri, per la prima volta, questi testi sono stati letti «in piazza» da attori professionisti.
È guerra di libri. Quelli «di destra», la cui lista contempla anche autori vicini all’estremismo nero, e quelli «gender»: non i saggi che trattano da un punto di vista scientifico, gli studi di genere, ma alcuni volumi illustrati per bambini che affrontano con un linguaggio dedicato ai più piccoli, temi inerenti la diversità sessuale. Qualcuno se li ricorderà: erano gli stessi finiti nella lista nera del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dopo che erano stati acquistati, per le scuole materne comunali della città lagunare, dall’amministrazione precedente.
Ieri, per la prima volta, questi testi sono stati letti «in piazza» da attori professionisti. È stato solo il primo di tre appuntamenti (gli altri si terranno in piazza dei Signori sabato 18 novembre e in piazza San Zeno, domenica 3 dicembre) e la location è stata simbolica: l’angolo di via Cappello davanti alla Biblioteca Civica. Lo stesso posto dove, a settembre, si sarebbe dovuta tenere, nell’ambito del Tocatì, l’iniziativa della biblioteca vivente, stoppata proprio per i contenuti ritenuti non adeguati allo spirito della rassegna ludica: alcune storie di vita che avrebbero dovuto essere raccontate dai «libri viventi» riguardavano infatti esperienze che avevano a che vedere con l’omosessualità (ad esempio, un difficile «coming out»).
Tra le storie raccontate, «Il segreto di Lu», che narra di un lupo che si trova a frequentare una scuola di porcellini, dove tutti lo trattano come diverso, «Piccolo Blu e Piccolo Giallo», la storia di due colori che si uniscono per formarne uno di nuovo, ma anche testi più espliciti, per le tematiche affrontate, come «Perché hai due papà» e «Perché hai due mamme», che parlano delle famiglie arcobaleno.
L’iniziativa è portata avanti da Arcobalibri, gruppo di cittadini che si è costituito nel corso della campagna elettorale, dopo che il tema dei «libri gender» è rispuntato in uno dei programmi elettorali: quello della coalizione di Federico Sboarina, poi eletto sindaco. Ma pesa anche la questione, più recente dei libri donati, con il primo compenso da consigliere comunale, da Andrea Bacciga, della lista Battiti, tra cui figurano un fumetto dedicato a Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù assassinato nel 1975, «L’albero e le radici» di Franco Freda, militante di Ordine Nuovo, e «Militia», scritto dall’SS belga Leon Degrelle.
La donazione è avvenuta la scorsa settimana e già in questi giorni i libri risultano a disposizione nel catalogo della biblioteca. Tempi sospetti, per alcuni dei manifestanti. «Sono stati rapidissimi - rileva Giulia Siviero, portavoce di Arcobalibri - quando invece mi risulta che occorra molto di più per le operazioni di archiviazione, tanto che le donazioni sono scoraggiate».
Ad ascoltare le storie «gender», ieri mattina, anche diverse famiglie con bambini. Tra i presenti, anche Pippo Civati, deputato di Possibile. «Le ultime vicende che hanno fatto parlare di Verona hanno dell’incredibile - è il suo commento - e censurare questi libri non ha senso: lottano contro gli stereotipi. Visto che siamo in tema di autonomia, ricordo agli strenui difensori di quella del Veneto, che esiste anche l’autonomia degli individui, il loro diritto a fare delle scelte».
Il precedente
La giunta al Tocatì aveva cancellato l’iniziativa della Biblioteca Vivente