Un’altra notte di terrore nella Bassa
Legnago, coniugi anziani minacciati con la pistola e derubati. Quinto episodio in un mese
Martedì alle 20,30 quattro persone si sono introdotte in un ex agriturismo della campagna Legnaghese. Hanno minacciano con una pistola marito e moglie, entrambi ultra-settantenni e si fanno consegnare quanto di prezioso c’è in casa e poi sono fuggiti a bordo di una Mercedes, rubata alla coppia. È l’ennesima notte di terore, il quinto episodio del genere avvenuto nell’ultimo mese nella provincia di Verona, di cui ben quattro nella Bassa.
Tre lunghissimi quarti d’ora sotto la minaccia di una pistola. E di un collo di bottiglia scheggiato: uno dei banditi, con una mossa d’effetto, ha spaccato la bottiglia che c’era sul tavolo e l’ha usata come lama avvicinandola al collo delle vittime. La cronaca dell’ultima rapina «in villa» di una lunga serie segue un copione quasi da film, tanto da far pensare che i malviventi abbiano studiato persino le battute.
Hanno colpito ancora una volta nella Bassa: un agriturismo chiuso da tempo, ora solo azienda agricola, il «Cavalbianco», un casolare sperduto nella campagna di Legnago. Sono entrati in azioni attorno alle 20,30: prima hanno disattivato il citofono, poi hanno forzato la porta d’ingresso. Quindi hanno bloccato i proprietari, una coppia di coniugi ultrasettantenni, minacciandoli, anche se non c’è stato un ricorso diretto alla violenza. Una volta entrati la prima mossa è stata, anch’essa, d’effetto: si sono fatti consegnare i cellulari e glieli hanno fracassati addosso al tavolo davanti agli occhi. Poi, spostatisi in cucina, hanno rotto tutti i piatti. Una «strategia del terrore» con lo scopo preciso di convincere i due coniugi a indicare la posizione della cassaforte. «Cassaforte che non abbiamo da nessuna parte - sottolinea Giuseppe Aldegheri, 78 anni, il proprietario della casa aggredito ma quelli non ci volevano credere».
«Quelli» erano in quattro, determinatissimi, tutti incappucciati. «Parlavano con un forte accento dell’Est - prosegue Aldegheri - ma, stranamente non c’è stato nessun dialogo tra di loro. Non ho sentito nessun termine che non fosse in italiano». I quattro si fanno consegnare tutto quello che c’è in casa. Alla fine, con tutta probabilità, non è il ricco bottino che hanno in mente: circa cinquecento euro in contanti e dei gioielli che complessivamente hanno lo stesso valore. In tutto, dunque mille euro stimati. Il «pezzo grosso» lo portano via nella fuga: la Mercedes 250 parcheggiata nel cortile.
Sull’episodio criminale indagano i carabinieri della compagnia di Legnago. Forse qualche indizio per arrivare alla banda arriverà dalle telecamere presenti lungo la strada provinciale «Padana inferiore», un passaggio obbligato per arrivare nell’ex agriturismo. Intanto la Bassa sembra dover fare i conti con quella che pare essere, a tutti gli effetti, una riacutizzazione del fenomeno. Nelle ultime settimane ci sono state rapine in case isolate ad Oppeano e a Isola Rizza (nella stessa notte e con un modus operandi simile) a Gazzo e poi - questa volta più a nord - ad Arcè di Pescantina. «Una situazione che sta diventando preoccupante - asserisce il sindaco di Legnago, Clara Scapini - soprattutto per la vicinanza per cui gli episodi si sono verificati - farò il punto con le forze dell’ordine, chiedendo un incontro con i carabinieri e anche con la polizia municipale». Secondo le prime ipotesi d’indagine, però, dietro alla rapina avvenuta a Legnago potrebbe esserci una banda diversa rispetto alle altre.
Scapini Situazione preoccupante, presto vertice con le forze dell’ordine