Il ministro al Festival della dottrina sociale: «No a scontri»
«Agendo in quel modo, ha creato un problema». Così il ministro all’Istruzione Valeria Fedeli sul caso del preside di una scuola di Palermo che ha vietato le preghiere in classe e ha fatto rimuovere le foto del Papa. Caso che ha scatenato le polemiche anche a Verona dove ieri il ministro era ospite al convegno «Esserci per educare...le nuove generazioni» organizzato nell’ambito del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, insieme al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. Era stato il consigliere regionale Stefano Casali a invitare «tutti i docenti, gli alunni e i genitori a denunciare pubblicamente eventuali simili episodi gravissimi e inaccettabili nel nome di un laicismo e di un anticlericalismo esasperati». Il ministro, a margine dell’incontro di ieri, ha cercato di ricostruire quanto accaduto: «Quel preside ha attuato in modo improprio una circolare del 2009 dell’allora ministro Gelmini, scaturita dalla volontà di evitare scuole “confessionali”: un concetto ben diverso dall’avere in classe i simboli della religione cattolica. Inoltre credo abbia commesso un errore nel non ascoltare i genitori». Errore condannato senza appello dal sindaco Federico Sboarina, intervenuto al convegno: «La nostra linea è stata da sempre molto netta e difenderemo sempre la presenza di un crocifisso in un’aula. Si può e si deve cambiare per crescere, ma non si possono dimenticare i propri valori». Valori richiamati anche dal cardinale Bassetti: «Più che di valori da trasmettere alle nuove generazioni, deve cambiare il nostro atteggiamento interiore nei confronti dei più giovani. Questi ragazzi sono fragilissimi, hanno bisogno di essere accolti con il cuore, di essere accompagnati e integrati in tutte le lacune che purtroppo incontrano nella loro vita: trovano spesso una società che non è madre, ma matrigna, che li strumentalizza per diversi scopi, si pensi al problema della droga. La scuola non può affrontare da sola tutte le complessità del mondo giovanile e le varie fragilità: la famiglia è spesso molto debole e la Chiesa è un’alleata qualificata sia della scuola che della famiglia». Impossibile evitare la questione delicatissima degli istituti paritari. «Si deve sottolineare l’impegno della Chiesa nell’educazione, perché educare è compito specifico della Chiesa ed educare alla fine è evangelizzare. Anche le nostre scuole cattoliche dovrebbero avere gli stessi diritti delle altre perché le nostre sono scuole dove accogliamo tutti senza distinzione di religione e quindi dovrebbero essere sostenute dallo Stato come avviene Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli con il cardinale Gualtriero Bassetti
nella maggior parte dei Paesi d’Europa». Una differenza che il ministro Fedeli ha ricondotto a un «equivoco storico»: «Nel passato vi è stato un periodo in cui la scuola paritaria era vista come una scuola di serie B, non qualitativa. Ma in questi anni è stato fatto un lavoro straordinario per perseguire la qualità eliminando quelle esperienze che non funzionavano, nel rispetto del pluralismo dell’offerta didattica». L’obiettivo del ministro è quello della «qualità dell’istruzione»: «La scuola paritaria è scuola pubblica e sono qui oggi
per dialogare, per costruire qualità nella funzione educativa. Il bene comune a cui puntiamo è la formazione dei nostri ragazzi. Vogliamo operare per un rilancio basato sulla corresponsabilità educativa della scuola, intesa come un insieme di studenti, docenti e famiglie». Oggi giornata conclusiva del festival, con un evento, alle 11, al Teatro Nuovo. A seguire, messa in Sant’Anastasia celebrata dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano.
Sboarina Il crocifisso rappresenta i nostri valori, che non vanno dimenticati
Cardinale Bassetti Stessi diritti per tutti gli istituti, anche quelli cattolici