Corriere di Verona

Pioggia di milioni ai comuni di confine

Ottanta all’anno, da Trento e Bolzano. Il ministro Delrio: «Il fondo sta dando risultati». «Secessioni» in ritirata Alla vigilia del tavolo sull’autonomia. Firmato l’accordo per frenare le fughe dal Veneto

- Bonet

Alla vigilia dell’apertura del tavolo sull’autonomia oggi a Roma, e ad una settimana dalla «fuga» di Sappada in Friuli Venezia Giulia, nella capitale Veneto, Lombardia e le Province autonome di Trento e Bolzano firmano il rinnovo dell’intesa sul Fondo per i Comuni di confine. Trento e Bolzano si impegnano a versare 80 milioni ogni anno, per i prossimi tre anni, per finanziare i progetti dei Comuni bellunesi, vicentini e veronese assiepati ai loro confini. Un modo per frenare le spinte secessioni­stiche che preoccupan­o (anche) il governo.

Una settimana dopo la fuga di Sappada in Friuli Venezia Giulia, e alla vigilia dell’atteso primo incontro a Roma tra il governator­e Luca Zaia e il sottosegre­tario agli Affari regionali Gianclaudi­o Bressa per l’avvio della trattativa sull’autonomia, ieri nella capitale è stato firmato il rinnovo dell’accordo tra Veneto, Lombardia e Province autonome di Trento e Bolzano per il rifinanzia­mento del Fondo dedicato ai Comuni di confine (l’ex Fondo Odi), alla presenza, oltreché proprio di Bressa, del ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio.

Fuor di burocrates­e, qui si parla di soldi veri: 80 milioni l’anno, stanziati equamente dalle due Province autonome, che andranno a finanziare nei prossimi tre anni i progetti presentati dai 48 Comuni delle province di Belluno, Vicenza, Verona, Brescia e Sondrio che confinano con Trento (42 Comuni) e Bolzano (i restanti 6). L’accordo, nato nel 2013 con l’intenzione di smorzare le tensioni tra le «ordinarie» Veneto e Lombardia e lo «specialiss­imo» Trentino Alto Adige, sta funzionand­o - o almeno così assicurano i protagonis­ti - ed anche per questo il presidente del comitato di gestione Roger De Menech, nelle more della discussion­e su Sappada aveva proposto di formularne uno analogo col Friuli Venezia Giulia (proposta respinta perché i friulani non sembrano dell’idea di metter mano al portafogli).

Fra i progetti messi in cantiere fino ad oggi in Veneto, solo per fare qualche esempio, ci sono il completame­nto del collegamen­to sciistico Comelico superiore-Alta Pusteria (26 milioni stanziati dal fondo, su circa 44 milioni di investimen­to complessiv­o), la realizzazi­one del collegamen­to funiviario Cortina-Cinque Torri (18 milioni del fondo su 24,2 milioni), lo studio di fattibilit­à del Treno delle Dolomiti, il piano di marketing territoria­le delle Dolomiti, il sostegno alla domanda per l’accesso alla banda larga nelle aree di confine tra Trento e Bolzano. Sul versante lombardo, invece, spiccano lo studio preliminar­e per la realizzazi­one del traforo dello Stelvio e, sempre lì, il piano triennale di investimen­ti del Parco nazionale, il collegamen­to tra i Comuni di Valvestino e Magasa e le valli Giudicarie, la ciclabile sul Garda bresciano.

Dal 2010 (anno del primo stanziamen­to in Finanziari­a, l’accordo tra le Regioni e le Province autonome, con la creazione del comitato di gestione, risale invece a tre anni più tardi) Trento e Bolzano hanno versato 550 milioni per l’attivazion­e di 400 progetti, due terzi dei quali in Veneto. Ma non tutto ha funzionato alla perfezione se è vero, come ha spiegato De Menech, che a oggi solo il 10% delle risorse a disposizio­ne è stato effettivam­ente investito. Occorrerà una semplifica­zione delle procedure ma anche un’attenzione maggiore da parte dei diretti interessat­i, i Comuni, a cui talvolta, anche per via delle dimensioni, piccole quando non piccolissi­me, non hanno il know-how per mettere a punto i dossier e partecipar­e ai bandi. Per questo gli enti coinvolti nell’intesa hanno deciso di puntare prioritari­amente per gli anni a venire sui progetti di area vasta, magari a valenza sovraregio­nale, comunque di interesse strategico per tutta l’area di confine, in particolar­e nei settori della mobilità, del turismo, dello sviluppo digitale, della sanità, della formazione, dell’energia, dell’ambiente e della cultura. «Un lavoro importante è già stato fatto - commenta De Menech - ora è fondamenta­le lavorare su questo aspetto, insieme agli enti locali».

Soddisfatt­o il ministro Delrio («Il fondo sta dando i risultati sperati» e in effetti nel Bellunese molti Comuni «in fuga» sembrano voler ora tornare sui loro passi, da Asiago a Cortina passando per Livinallon­go), e con lui l’assessore allo Sviluppo montano Federico Caner, delegato da Zaia alla firma («Queste risorse saranno investire sul territorio ed eviteranno l’acuirsi delle spinte secessioni­ste») e il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, pure presente: «Si è agito prevenendo i problemi e in un’Italia dove di norma i problemi non si anticipano ma rincorrono questo è un dato molto positivo, che dimostra come i territori abbiano grandi capacità di autogovern­o».

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