Università, una nuova casa per Medicina E 156 assunzioni
E il rettore smorza le polemiche sulle assunzioni: «Non tutti gli scandali sono fondati»
Un nuovo edificio atteso da tempo dalla Scuola di Medicina universitaria: un investimento di dieci milioni che l’università si pagherà grazie agli utili. L’annuncio da parte del rettore Nicola Sartor durante l’inaugurazione dell’anno accademico. In arrivo anche nuove assunzioni, 156 riguarderanno docenti e ricercatori.
Dopo Veronetta, l’espansione edilizia universitaria arriva anche a Borgo Roma, nel «territorio» di Medicina. Un nuovo edificio di cinquemila metri quadrati, per un investimento di dieci milioni di euro. Nome in codice: «biologici 3», si affiancherà ai già presenti istituti biologici due edifici che sorgono non distante dal Policlinico e che sono destinati ad aule e a laboratori. È il pezzo forte della relazione del rettore Nicola Sartor all’inaugurazione del 35esimo anno accademico dell’università di Verona. Se vogliamo, la buona notizia. Anche perché indica un certo stato di solidità economica: il progetto – si affretta a precisare sempre Sartor – è finanziabile esclusivamente con l’utile dell’università, che ora ammonta a 19 milioni di euro. Tempistiche? Forse tre anni: il nuovo istituto sarà preceduto in ogni caso dallo spazio per le start up a Ca’ Vignal, il «centro piattaforme tecnologiche» sempre a Verona Sud. «Sarebbe forse possibile – nota Sartor – concludere il tutto in sei mesi, ma occorre mettere in conto i tempi per la burocrazia e gli incartamenti».
Il momento istituzionale per eccellenza dell’università si è tenuto ieri nell’aula magna del Silos di Ponente (uno strappo al protocollo, dato che si era sempre preferito il Polo Zanotto). In quella che è la penultima relazione del suo mandato Sartor ha dedicato molto spazio anche alla situazione organico, tra reclutamenti e assunzioni. Nelle intenzioni del «magnifico», un tentativo di «fact-checking» contro il mal di pancia che l’opinione pubblica sul tema. «Per gli anni 2017 – 2018 – prosegue Sartor, il piano di reclutamento riguarda 156 posizioni di docenti e di ricercatori. In particolare, prevede l’assunzione di 58 nuovi ricercatori, di cui sette con finanziamento esterno».
L’ateneo ha già strappato un «cervello» a un’università tedesca (si occuperà di malattie tropicale, con un incarico cofinanziato dall’ospedale di Negrar) e si è aggiudicato una ricercatrice con il bando Marie Curie (pagato con fondi europei, l’area è quella dei gender studies). «Inoltre – sottolinea il rettore, ci saranno 34 nuove posizioni in organico per quanto riguarda i tecnici amministrativi. E, anche se da un lato i vincoli normativi non hanno consentito per tutti il rinnovo dei contratti di lavoro, dall’altro questo ateneo ha completato con un anno di anticipo rispetto agli impegni assunti il percorso di stabilizzazione». Quindi il passaggio «sul diffuso sentimento di scontento e talvolta di scandalo per alcune notizie di cronaca che hanno interessato anche la magistratura» (l’università di Verona è direttamente interessata da una causa che si protrae da anni). Sartor elogia in parte il sistema anglossassone «è cooptazione pura, un dipartimento sceglie arbitrariamente chi assumere, ma è virtuoso: ci sono controlli continui e chi sbaglia paga». Il sistema italiano «coopta mediante concorso, un evidente ossimoro. La situazione ora è migliorata rispetto al passato, e rimangono casi patologici, ma è ingiusto definire patologico ogni caso». E per il magnifico è lecito che ogni dipartimento dia la precedenza a candidati specializzati in un settore specifico che interessi i prof, anche se ci sono sfidanti con più titoli (proprio il caso giudiziario in cui sarebbe incappata l’università).
Il merito è stato al centro anche dell’intervento di Andrea Graziosi, presidente dell’Anvur, l’agenzia che, nel suo primo report ha premiato Verona mettendola ai vertici della ricerca universitaria in Italia. «Rispetto al passato - ha detto - le università hanno più risorse a disposizione. Non è molto, ma è qualcosa. Soldi che stanno dimostrando di spendere al meglio. In particolare, così ha fatto finora Verona».
Nuovi arrivi 156 i docenti e i ricercatori assunti da qui fino al 2018