Corriere di Verona

Realtà virtuale choc in Fiera I ragazzi rivivono il Bataclan

La ricostruzi­one allo stand con la realtà virtuale

- Sorio

Fa discutere lo stand della Regione Veneto al Job & Orienta: creato dal regista Giancarlo Marinelli permette di rivivere, grazie a dei visori per la realtà virtuale, l’attentato terroristi­co al Bataclan. Le reazioni dei ragazzi: «Ho capito la paura dei presenti».

«Quando ti affidi al racconto filtrato dei media, la gravità del fatto ti è chiara per qualche secondo, poi te ne dimentichi. Così, invece, vivendo un’esperienza ch’è quasi fisica, ti ci avvicini di più. Per un attimo è stato come essere lì, al Bataclan, quella sera. Ed è un attimo perché uno perda tutto: il messaggio di vivere a pieno, al meglio, arriva…». Il messaggio arriva. Lo dice Pietro, studente dell’istituto tecnico «Alessandro Volta» di Sassuolo, in trasferta con la classe. E lo confermano un po’ tutti quelli che escono dall’installazi­one, chi scosso, chi commosso, chi in silenzio. È il messaggio dell’installazi­one, firmata dallo scrittore e regista vicentino Giancarlo Marinelli, con cui lo stand della Regione Veneto, a Job & Orienta, ricorda gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 fra Bataclan, Stade de France e i caffè del 10/o e 11/o arrondisse­ment, 130 morti e oltre 400 feriti.

La citazione da Ungaretti all’ingresso della prima sala – «Non sono mai stato tanto attaccato alla vita» – è come una premessa: «Perché nella vita di ogni ragazzo c’è sempre “un Bataclan”», spiega Marinelli, «cioè un momento di perdita, in cui tutto ti passa davanti e capisci tante cose». Chi entra nella prima sala, allora, indossa visore e cuffie, dopodiché la realtà virtuale (il video è stato girato in uno studio di Treviso, in cinque giorni, con cento comparse e usando una telecamera da otto obiettivi) lo proietta in una scena simile a quella del Bataclan, la band che sale sul palco, intorno ragazzi e ragazze che ballano, scattano selfie, interagisc­ono sia fra di loro che con te, finché non irrompono i terroristi, le grida e gli spari, i corpi per terra, un fucile che ti punta addosso: e da lì il cambio di scena, un candido paesaggio di montagna con la voce in sottofondo che sprona a «prendere in mano il proprio futuro». Raccontano Michele, Sara e Luana, studentess­e arrivate in Fiera da Brescia: «È forte, intenso, il contrasto fra l’attacco nel locale e la riflession­e finale: la morte di chi era là, al Bataclan, ci ricorda di non sprecare la vita». Filippo, studente dell’istituto tecnico «Barozzi» di Modena, commenta: «Un’esperienza distruttiv­a e costruttiv­a al contempo. Distruttiv­a perché la realtà virtuale ti fa quasi vivere in prima persona il flash della vita che ti passa davanti: ci sono ragazzi che ti salutano un secondo prima dell’attacco, e il fucile puntato in mezzo agli occhi sembra vero. Costruttiv­a perché fa bene ricordarsi come tutto possa sfuggirci di mano da un momento all’altro». Studentess­a di origini indiane ma trapiantat­a a Verona, Pooja dice: «Ho capito la paura di chi era al Bataclan. Ed è giusto che sia stato sottolinea­to quel passaggio, repentino, dal divertimen­to al terrore di non esserci più». Dalla sala della realtà virtuale, allora, all’altra, quella in cui a ogni luogo degli attentati di Parigi sono associati dei messaggi immaginari, su un bigliettin­o, firmati da alcune delle 130 vittime. C’è il fogliettin­o di Marie: «Mi hanno tolto la vita. Non sprecare un giorno della tua. Io continuerò a vivere. Dentro di te». C’è quello di Christophe: «Cercavo un posto nel mondo. Solo mio. Cercalo tu. Che sia il più bello, il più felice. Ma una volta entrato, non chiuderti dentro. Apri, se sentirai bussare. Io sono gli occhi che cercano. Ma sono anche le mani di chi chiede aiuto». E c’è quello che Booja mette in tasca all’uscita dall’installazi­one: «Quella notte non ce l’ho fatta. Tu adesso devi farcela per me. Ti prego: vivi al meglio. Come avrei fatto io».

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 ??  ?? Visori in Fiera Sopra, una ragazza prova la ricostruzi­one dell’attentato in realtà virtuale. A destra altre studentess­e prima della «prova»
Visori in Fiera Sopra, una ragazza prova la ricostruzi­one dell’attentato in realtà virtuale. A destra altre studentess­e prima della «prova»
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