Rocca di Garda, inchieste e nuovi esposti
Lente della procura sui permessi edilizi. Bendinelli indagato: «Ma ho chiarito»
Nuovo esposto depositato in procura ieri mattina da parte delle due consigliere di minoranza contro le opere edilizie realizzate sulla Rocca. Argomento dibattuto anche l’altra sera in consiglio comunale a Garda, dove si è consumata l’ennesima contestazione. La vicenda risale al 2003, di mezzo i permessi rilasciati dal Comune in un’area considerata a rischi eventi franosi (già accaduti in passato). Indagato anche il sindaco Davide Bendinelli, che precisa: «atto dovuto».
Nuovo esposto depositato in procura ieri mattina da parte delle due consigliere di minoranza Lorenza Ragnolini e Anna Codognola, sul piede di guerra per le opere edilizie realizzate sulla Rocca. Argomento dibattuto anche l’altra sera in consiglio comunale a Garda, dove si è consumata l’ennesima contestazione dell’opposizione sulla legittimità dei permessi rilasciati a Claudio Pozzerle, proprietario dei tre edifici collocati ai piedi della collina, classificata dal Pai, il Piano ambientale idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Po, come area ad alto rischio frana attiva (Zfa). Area dove si sono già verificati eventi franosi, tra cui il più importante il 6 febbraio 2009, quando un intero costone sulla sommità della Rocca si è staccato ed ha raso al suolo decine di alberi e fatto precipitare numerosi massi.
La vicenda ha radici lontane, nel 2003, con la domanda di concessione edilizia richiesta da Pozzerle, a cui negli anni successivi seguono procedure di declassamento del rischio frana da attiva a «stabilizzata», concessa sull’area di proprietà Pozzerle dalla regione Veneto e su cui si basano i permessi rilasciati, che consistono nel Piruea (acronimo per Programmi di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale), due Piani casa e tre sanatorie per abusi edilizi, su cui pendono anche denunce della Guardia Forestale e della Polizia locale di Garda. Accade che nella cartografia dell’Autorità di bacino non viene recepito il verbale di declassamento emesso dalla Commissione tecnica regionale. «C’è stato un puro errore cartografico di trascrizione – spiega il sindaco Davide Bendinelli – perché secondo il parere dell’avvocato Stefano Bacciga, l’Autorità di Bacino deve solo prendere atto del declassamento deciso dalla Regione». Nella discussione consiliare, peraltro, Bendinelli ha comunicato di aver ricevuto in primavera un avviso di garanzia dalla procura, a seguito di un precedente esposto delle consigliere di minoranza sulla deliberazione di richiesta di declassamento di molte altre aree, (tra cui anche quella della Rocca), del Comune di Garda. «È stato un atto dovuto del pm Gennaro Ottaviano – spiega Bendinelli - in quanto sono il sindaco, avvenuto anche a seguito della nuova normativa emessa dal Parlamento denominata “Disastro preventivo ambientale”, che prevede si realizzino opere di prevenzione idrogeologica laddove esistono i rischi. Noi abbiamo inviato la documentazione del processo di messa in sicurezza e richiesto l’archiviazione». Ed è stato archiviato? «Non lo sappiamo, stiamo aspettando che la procura ci dica cosa dobbiamo fare per poter chiudere la vicenda e sistemare definitivamente le cose».
Ma intanto nel dicembre 2016 l’ufficio tecnico comunale revoca la sospensione dei lavori che aveva emesso in agosto e il mese scorso Pozzerle avvia la demolizione di uno dei tre edifici, denominato Cabianca, sbancando la collina per la ricostruzione dell’immobile ampliato da un secondo piano casa e la realizzazione di opere murarie di contenimento del terreno. Su questo si è riaperto il «caso» denunciato ieri dalle consigliere, che spiegano: «Secondo noi il Piruea è scaduto nel 2012 e il Comune non poteva dare alcuna autorizzazione, né per ristrutturare, né per demolire per poi ricostruire, perché trattasi di zona ad alto rischio frana mai declassata. Inoltre, la demolizione di un edificio dei primi anni del Novecento non era consentita, per questo lo abbiamo segnalato anche alla soprintendenza. Speriamo che la magistratura faccia chiarezza su questa vicenda».