Corriere di Verona

Bombe sulla maratona come a Boston Ma sarà «solo» un’esercitazi­one

La simulazion­e da lunedì all’aeroporto. Coinvolti medici di Borgo Trento

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Una serie di bombe che scoppiano in strada. Mentre stanno correndo centinaia di maratoneti, atleti e semplici amatori. È già accaduto, nel 2013 a Boston. Accadrà «per finta» in un’area predispost­a dell’aeroporto militare di Villafranc­a, nel corso di un’esercitazi­one che durerà tre giorni, da lunedì fino a mercoledì. Uno scenario che non è stato scelto a caso, dato che Verona è una città che si distingue sempre di più per le corse su strada, con circa una decina di eventi l’anno. Se deve esserci una simulazion­e precisa, tanto vale prendere spunto dalla realtà. L’esercitazi­one coinvolger­à i medici dell’azienda ospedaliar­a, assieme ai militari del terzo stormo di Villafranc­a, ai vigili del fuoco e ai carabinier­i. Lo scopo è prevalente­mente sanitario: serve per preparare i medici, soprattutt­o quelli che si devono attivare nelle situazioni d’urgenza. Che accadra? «Scoppieran­no degli ordigni durante la manifestaz­ione sportiva - spiega Simone Sebastiani, medico dell’unità operativa di chirurgia generale ed Endoscopia - e ci saranno dei “morti”. Sarà un modo per testare l’attivazion­e di tutto quello che nella realtà dovrebbe avvenire, a partire dall’intervento del Gruppo d’intervento speciale dell’Arma». Quindi i medici dovranno individuar­e repentinam­ente i morti, per dedicarsi ai feriti. Ci sarà il trasporto fino in azienda ospedalier­a, a Borgo Trento, dove verrà allestito un pronto soccorso temporaneo (per non coinvolger­e quello «vero», impegnato nell’attività di routine) nella palazzina 13, la «vecchia» ginecologi­a. In tutto prenderann­o parte alla simulazion­e un centinaio di persone, tra medici, forze dell’ordini e figuranti volontari. In campo anche psicologi che interverra­nno sui minorenni coinvolti nel finto attentato. «La rapidità dell’accesso è tutto - conclude Sebastiani - nel caso del Bataclan, dato che il locale ha avuto all’interno terroristi per molto tempo, i soccorsi non sono riuscito a prendere in carico molti feriti».Per Chiara Bovo, direttore sanitario dell’azienda ospedalier­a «queste esercitazi­oni servono a far sì che nulla vada storto quando c’è una reale emergenza, che può essere diversa da quella ipotizzata in questo frangente. Aggiorniam­o annualment­e i protocolli di intervento, adattandol­i a nuove esigenze e predispone­ndo una task force d’urgenza. Su questo saremo valutati in fase di accreditam­ento». (d.o.)

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