Arsenale il rilancio sul project
Il presidente Navarra: «Se aumenta il contributo del Comune, più spazi resteranno al pubblico»
Italiana Costruzioni rivede e rilancia: essendo aumentato il limite di legge per il contributo pubblico ad un project financing, possono diminuire gli spazi per i privati. È la proposta al Comune per il recupero dell’Arsenale.
Italiana Costruzioni ribadisce la sua proposta. Con una spiegazione in più: essendo aumentato il limite di legge per il contributo pubblico ad un project financing (era del 30%, oggi arriva al 49), l’impresa sottolinea che «più è alto il contributo, maggiori sono gli spazi per i servizi pubblici, siano museali, per i giovani o per l’istruzione…».
Detto questo, poche novità dalla riunione di ieri in cui ciascuno, anche a titolo personale, ha potuto proporre cosa vorrebbe fare all’interno dell’Arsenale di Borgo Trento.
L’attesa maggiore era ovviamente per l’audizione di Italiana Costruzioni. Prima di essa, un’ampia illustrazione (27 minuti) da parte del dottor Latella sulle benemerite attività svolte dal Museo di Storia Naturale L’architetto Meneghelli tiene poi un’ottima lezione di storia dell’architettura militare cittadina («occorre un disegno complessivo«). Dopo di che, si entra nel vivo, appunto, con Italiana Costruzioni, che schiera tre suoi big. Giuseppe Pecoraro, amministratore delegato ed ex Prefetto di Roma, ricorda la ristrutturazione di Vila Reale a Monza («la più simile al progetto per Verona»). Il presidente Attilio Navarra presenta l’azienda e riassume «il project financing presentato alla precedente amministrazione», aggiungendo che «siamo disponibili a miglioramenti». Uno dei progettisti riassume la proposta, peraltro ben nota: nuovo spazio urbano, valorizzazione del patrimonio, luogo di vita per i cittadini, grande parco, museo di storia naturale all’aperto, palazzina comando spazio espositivo, corte centrale con lo spazio per arte contemporanea, città dei ragazzi.
Per sostenere tutto questo, ricorda, serve una fattibilità economica: e per questo servono caffetteria, ristorante e i negozi tematici («le città – ricorda - sono luoghi anche commerciali»). Navarra spiega di aver «sentito e letto proposte anche molto belle, ma è necessario – ripete – che il progetto regga economicamente». Navarra rispiega che «c’era un limite di legge del 30%, ora invece si consente di arrivare al 49% di contributo pubblico, e quindi possono aumentare gli spazi pubblici, diminuendo quelli commerciali, tenendo comunque quale unico proprietario l’ente pubblico.
Elisa La Paglia (Pd) dice di sperare che si possa riaprire un dialogo «anche perché voi – aggiunge –a differenza di altri, avreste la possibilità di un recupero immediato dell’area, magari ridiscutendo poi le funzioni». Flavio Tosi sottolinea: «Fa piacere apprendere che 11 negozi non sono centro commerciale, e che quella era una fake news». Michele Bertucco contrattacca: «Lei ex sindaco se la metta via, ora decidono altri, la sua giunta ha agito a tappe forzate, il centro commerciale resta, i negozi si sommano e il problema resta, in un progetto preconfezionato senza dibattito».Poi parte per la tangente: «Lei, in coppia con la senatrice Bisinella, pensi a fare la quarta gamba se le riesce…». La Paglia riporta in tema: «Cambia la parte economica prevista?». Navarra: «Col limite salito al 49%, il contributo pubblico può arrivare a 2530 milioni sul totale 44». Ma l’assessore Ilaria Segala è chiara e netta: «Il project era basato su una variante proprio per consentire una concentrazione così forte di aree commerciali, noi stiamo preparando un’ipotesi nei limiti previsti dal Piano degli Interventi».
Ci si ferma qui. Tra le altre proposte di ieri, quella del popolare centro culturale Interzona, che vorrebbe affidare l’Arsenale ad una serie di associazioni, coordinate dal Comune e sotto il controllo della Sovrintendenza, creando un’apposita Fondazione per la gestione unitaria del compendio.
L’assessore Segala Il project era basato su una variante per avere una forte concentrazione di aree commerciali