Corriere di Verona

Da martedì tecnici al lavoro un tavolo anche a Venezia Ecco cosa chiede il Veneto

Da metà dicembre professori in campo anche a Venezia

- Ma.Bo. DAL NOSTRO INVIATO

«Si fa presto a dire “la scuola”, ma “la scuola” è come l’oceano Pacifico, grandissim­a. E noi dobbiamo andare a vedere che c’è, dentro l’oceano». Il sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa ricorre ad un’immagine efficace per sintetizza­re il lavoro mastodonti­co che attende i tecnici del governo e della Regione chiamati alla trattativa per l’autonomia.

Un primo passo, fondamenta­le, è stato fatto ieri, quando le parti hanno convenuto di non portare avanti il confronto contempora­neamente su tutte le 23 materie previste dalla Costituzio­ne ma di procedere step by step, aprendo un nuovo capitolo solo quando è stato chiuso quello precedente, così da evitare di «giocare su più tavoli» rischiando però di perdere dappertutt­o. Si comincia quindi dalle materie su cui il governo ha già aperto la discussion­e con Lombardia ed Emilia, ossia l’istruzione, il lavoro e l’ambiente, a cui Bressa ha aggiunto i rapporti con l’Ue («Si tratta di una competenza che le Regioni hanno già, vanno solo definite le modalità con cui possono confrontar­si direttamen­te con Bruxelles») e il governator­e Luca Zaia la sanità. Quanto all’istruzione, il progetto di legge statale 43, utilizzato dalla Regione come base di partenza, prevede che la Regione disciplini non soltanto gli organici e le assunzioni del personale - docente e non - ma anche il finanziame­nto delle paritarie, le modalità di valutazion­e, l’alternanza scuola-lavoro, la formazione profession­ale e, più in generale, l’intera organizzaz­ione del sistema educativo. Non sembra che in questa fase entri invece in gioco l’università, ipotesi che aveva messo in allerta i rettori, preoccupat­i della possibile ingerenza della Regione sui corsi di studio e della conseguent­e lesione dell’autonomia degli atenei. Se ne riparlerà più avanti.

Quanto al lavoro, si ragiona sulla gestione dei centri per

l’impiego e le politiche attive (come il collocamen­to e i relativi incentivi), sull’istituzion­e di un fondo regionale per la cassa integrazio­ne ma anche su una non meglio precisata «valorizzaz­ione del ruolo della Regione nella determinaz­ione e gestione dei flussi migratori per ragioni economiche». La Regione avrebbe poi la vigilanza sull’albo delle cooperativ­e. Non meno vasto «l’oceano» dell’ambiente, dove come nel caso dell’istruzione vi sono competenze che hanno sollevato polemiche, su tutte la salvaguard­ia di Venezia (il Comune è contrariss­imo all’ipotesi che se ne occupi la Regione). Palazzo Balbi chiede di potersi occupare di tutto ciò che concerne la tutela dell’ecosistema, dei beni culturali (compresa la loro valorizzaz­ione) e il paesaggio. E poi ancora l’iter della Via, la pesca, le acque minerali, i rifiuti. Si pensa anche alla regionaliz­zazione della soprintend­enza.

Infine la sanità, e qui c’è poco da dire: il Veneto, che già la gestisce per l’80%, la vuole tutta, «inclusa la disciplina del reclutamen­to e del regime dei dirigenti e dei dipendenti». Il confronto si svolgerà su tavoli tecnici che saranno poi chiamati a relazionar­e al tavolo di

coordiname­nto politico e il Veneto pretende - l’ha messo pure nero su bianco - che vengano puntualmen­te identifica­te tutte le risorse finanziari­e «da assegnare alla Regione a garanzia dell’integrale ed effettiva copertura delle nuove competenze». Della serie: niente scherzi.

E veniamo alla road map: martedì e mercoledì, a Roma, si riuniranno i tavoli sull’istruzione e il lavoro. Un tavolo verrà attivato anche a Venezia, ma solo nella seconda metà di dicembre. Agli incontri parteciper­anno in questa fase pure i rappresent­anti di Lombardia ed Emilia Romagna ma, ha tenuto a precisare Bressa, si tratterà sempre di incontri bilaterali tra il governo e ciascuna Regione, perché le richieste avanzate sono differenti. «Il lavoro è tale - ha detto - che non credo passerà giorno senza un incontro tecnico o politico». Per metà gennaio si vuole chiudere un accordo che impegni il prossimo governo, senza scappatoie. Per l’intesa, che dovrà essere approvata a maggioranz­a assoluta da Camera e Senato, si dovrà invece attendere la prossima legislatur­a. Sempre che tutto fili liscio.

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Governator­i Da sinistra, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) e Roberto Maroni (Lombardia)

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