Corriere di Verona

Chemio rifiutata, morì: genitori prosciolti

Padova, la ragazza morì nel 2016. Per la procura era stata indotta in errore da mamma e papà, seguaci delle teorie di Hamer. Il giudice ha prosciolto entrambi: «Non hanno commesso reati»

- Roberta Polese

Prosciolti Lino Bottaro e Rita Benini, genitori di Eleonora , la diciassett­enne padovana (in foto) morta nel 2016 per un tumore. I genitori rifiutaron­o per la ragazza - concorde - la chemiotera­pia.

Le lacrime, il lungo abbraccio e poi la «fuga»: via da tutti, via dalle domande, via dalle risposte.

È stata questa la reazione di Lino e Rita Bottaro, genitori della 18enne Eleonora, morta di leucemia nel 2016, dopo le parole del giudice che li ha prosciolti dall’accusa di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Non era colpa loro se si erano aggrappati alla scellerata convinzion­e che i tumori nascono da traumi psicologic­i, non era colpa loro se avevano cresciuto Eleonora seguendo una filosofia antiscient­ifica che l’ha portata alla morte, quando invece la medicina avrebbe potuto salvarla.

L’udienza preliminar­e si è svolta a porte chiuse, a motivare le scelte della famiglia è stato l’avvocato difensore Raffaella Giacomin. Il giudice, prima di esprimersi, ha voluto sentire il tutore legale della ragazza, il medico cui era stata affidata Eleonora dopo che ai genitori era stata tolta la patria potestà. Il medico legale Paolo Benciolini ha parlato di lei come di «una giovane adulta», pur ancora minorenne, persuasa intimament­e e personalme­nte che i genitori avessero ragione, che il suo tumore fosse originato dal trauma della scomparsa del fratello Luca, avvenuta tre anni prima per un aneurisma, e che non sarebbe stata la chemiotera­pia a salvarla.

Eleonora è morta in ospedale il 28 agosto del 2016, era diventata maggiorenn­e da due settimane. Ci vorranno tre mesi per conoscere le motivazion­i della sentenza. Poi, forse, il pm ricorrerà in Appello.

La storia inizia nel dicembre del 2015, quando Eleonora, ancora minorenne, comincia a sentirsi stanca, spossata. Gli accertamen­ti portano a una diagnosi da far gelare il sangue: leucemia linfoblast­ica acuta. I Bottaro all’ospedale di Padova trovano uno staff di medici al loro servizio: malattie come quelle di Eleonora non sono rare nei bambini e negli adolescent­i, e quando vengono diagnostic­ate in tempo si guarisce. I medici parlano guarigione, remissione completa. Non di sopravvive­nza. È questo l’obiettivo della ricerca nei tumori pediatrici.

Il professor Giuseppe Basso, primario del reparto di oncoematol­ogia pediatrica parla con franchezza alla famiglia: «Eleonora ha più possibilit­à di vivere che di morire, ma bisogna fare in fretta» dice all’inizio del 2016. Eppure trova subito un muro. Lino e Rita non vogliono che la loro figlia si sottoponga alla chemio, seguono il metodo di Ryke Geerd Hamer: i tumori sono generati da traumi psicologic­i, possono guarire con vitamine e cure naturali.

I dottori del reparto tentano di convincerl­i che la chemio è l’unica soluzione. Ma non c’è niente da fare, Lino e Rina fanno dimettere la ragazza, la portano in Svizzera dove c’è una clinica che cura i pazienti oncologici con vitamine e cortisone. Il dottor Basso non li può fermare, ma segnala il caso al tribunale dei minori. Ai genitori viene tolta la patria potestà. Tuttavia la ragazza è inamovibil­e: non è una pedina nelle mani di mamma e papà, ma è persuasa, convinta a non voler fare la chemio. La libertà di cura è prevista dalla Costituzio­ne e lei lo sa bene, lo dice anche ai magistrati di Venezia.

Questa convinzion­e la porterà alla morte, il 28 agosto. Pochi giorni dopo il procurator­e aggiunto Valeria Sanzari apre un fascicolo a carico genitori: omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Il pubblico ministero è convinta che la mamma e il papà di Eleonora avessero tutti gli strumenti per poter fare una scelta razionale. La scienza, era dalla parte di Eleonora, ma lei, troppo giovane per maturare un coscienza autonoma, si sarebbe affidata alle convinzion­i dei genitori, non supportate da dati, statistich­e, studi fondati.

Il fatto che il giudice abbia formulato la sentenza durante l’udienza preliminar­e e non dopo la richiesta di riti alternativ­i, è indice che probabilme­nte ritiene i genitori non colpevoli dell’essersi persuasi in modo così radicale di una filosofia antiscient­ifica. «Il fatto non costituisc­e reato»: non è reato avere una convinzion­e sbagliata e prendersi carico delle nefaste conseguenz­e di quella stessa convinzion­e. Eleonora, del resto, pur minorenne, era una ragazza intelligen­te, in grado di supportare le convinzion­i ereditate dai genitori. Impossibil­e imporle una cura che non voleva. Impossibil­e salvare la vita a chi non si vuole salvare.

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 ??  ?? Eleonora Bottaro è morta lo scorso anno a causa di una leucemia che ha rifiutato di curare con la chemio. In basso a destra, il padre della ragazza, il fotografo padovano Lino Bottaro
Eleonora Bottaro è morta lo scorso anno a causa di una leucemia che ha rifiutato di curare con la chemio. In basso a destra, il padre della ragazza, il fotografo padovano Lino Bottaro

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