Corriere di Verona

La biblioteca vivente trasloca in Letteraria

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L’annuncio è arrivato a sorpresa, a meno di 72 ore dalla data. Si farà oggi, a partire dalle 15,30, la «biblioteca vivente», l’evento stoppato fra le polemiche durante il Tocatì, in quanto «non adatto ai più piccoli» secondo una tesi che era stata fatta propria anche dall’amministra­zione comunale. Tutti contenti? Manco per sogno. Perché adesso è la location scelta dalla Fondazione San Zeno, l’Onlus che da anni organizza questa iniziativa a Verona ad essere finita nel mirino. La biblioteca vivente, ossia uno spazio dove il «lettore» si siede con un «libro», che altro non è che una persona in carne e ossa, con una storia non banale e spesso intima da raccontare, si terrà alla Società Letteria e non alla biblioteca civica di via Cappello, dove questo format è stato ospitato sin dal debutto. Un cambiament­o che ha dato il via a una serie di polemiche. La protesta, alle 15, arriverà anche davanti alla sede della Letteraria, in piazzetta Scalette Rubiani, organizzat­a dall’associazio­ne «Non una di meno». La ragione? La «censura» arrivata all’ultimo momento prima del Tocatì, era dovuto al contenuto di diverse storie di vita, legate ad esperienze di esclusione (ma anche di crescita) dovute all’identità sessuale. Insomma, erano «troppo gender». Per «Non una di meno», «è inaccettab­ile che adesso queste storie siano state escluse da uno spazio pubblico». E il flash-mob consisterà in un nastro che varrà srotolato e portato dalla sede della Letteraria fino in civica. Molte le critiche sui social network, tanto che la San Zeno ha preso posizione con uno status su Facebook:« Non è il luogo che conta ma l’incontro - vi si legge-. La biblioteca vivente è fatta dai libri viventi e da tutti coloro che li leggono, non dal luogo in cui si svolge la lettura. Il nostro obiettivo è quello di stimolare l’incontro e il dialogo. Il nostro impegno quello di dare alla cittadinan­za l’opportunit­à di partecipar­e». La San Zeno sottolinea anche come la Società Letteraria, benché un circolo privato, sia «una delle più antiche sale di lettura in Italia». (d.o.)

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