Corriere di Verona

«Sconfitti Ma torniamo ad azzardare»

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«Mentre gli altri ci imitavano, United Colors si spegneva. Ci siamo sconfitti da soli». È uno dei passaggi più duri dell’intervista a Repubblica dell’altro ieri, con cui Luciano Benetton, 82 anni, creatore di Benetton group annuncia il rientro ai comandi. Frasi dure, come quelle per la gestione dei manager avvicendat­isi al capezzale dell’azienda: «La gestione è stata malavitosa. Il bilancio è in rosso e gli errori sono incomprens­ibili. Come se chi governava l’azienda avesse fatto apposta. Qualcuno lo abbiamo mandato via. Qualcun altro ha capito e se n’è andato. Altri capiranno».

O come la frase sulla mancanza di eredi, o sul figlio Alessandro, «che presto ha fatto due passi indietro», che lascia aperto il giudizio. Dura invece la valutazion­e sulla incapacità di sacrificio, quando gli chiedono se teme di non avere la forza o la voglia: «La forza, vedremo. La voglia me la faccio venire». E ancora, alla domanda se si sente in colpa: «Non sento la colpa, sento la rabbia. E penso che la parte sana dell’azienda sia come me, arrabbiata. La rabbia ci farà bene». Per Luciano Benetton, alla fine, si tratta solo di tornare alle origini, di mettere ordine: «Dobbiamo alleggerir­e l’azienda. Daremo una chance a tutti. Immagini una stanza piena di lattine, cicche, cartacce, sporcizia. Prima di riempire la stanza, dobbiamo spazzarla». Benetton assicura di aver ben presente che non si può replicare il passato: «Non ci comportere­mo come un libro già scritto. Io non mi farò fotografar­e nudo con la scritta ridatemi i vestiti. E però stia sicuro che torneremo ad azzardare».

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