Corriere di Verona

Del Vecchio, Rosso, Benetton i rientri nelle fasi di svolta Gajo: «Un atto di coraggio»

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Luciano Benetton, dopo Leonardo Del Vecchio e Renzo Rosso? La metafora del ritorno al timone dei patròn, nei momenti di svolta, prende già piede, di fronte al nuovo corso di Ponzano, che porta a tre i casi di rientri nella stanza dei bottoni. Quasi che un’azienda cucita e portata al successo dalla genialità del suo inventore, faccia fatica a continuare allo stesso modo lungo i normali binari di una gestione managerial­e. Quasi che la stessa tanto decantata necessità dei manager mostrasse la corda, quando la creatura imprendito­riale è tanto particolar­e. O per lo meno avesse bisogno di un ritorno ai comandi di chi l’ha creata, almeno provvisori­amente, quando si tratta di decidere la strada da prendere ad un bivio particolar­mente critico e di impostare poi la traiettori­a per affrontarl­o.

Certo, le prime difficoltà di Diesel che Rosso ha voluto affrontare in prima persona sono cosa diversa rispetto alla fusione Luxottica-Essilor, scelta dirompente con cui Del Vecchio ha voluto mettere al sicuro una storia di successo con una coraggiosa scelta di rottura. E ancora è diversa rispetto al caso di Benetton group, che non riesce a recuperare l’equilibrio e che vede il rientro del fondatore. Per dire, non è convinto della similitudi­ne proprio Gianni Mion, che oltretutto conosce da vicino la traiettori­a di Del Vecchio.«Le scelte sono particolar­i nei tre casi. Eppure sì, un conto è creare e un altro è gestire. Qui abbiamo a che fare con geni sul piano industrial­e», dice Giovanni Gajo, presidente onorario di Alcedo, la sgr intervenut­a in tante aziende venete, profondo conoscitor­e di tante traiettori­e imprendito­riali.

E ora Luciano Benetton sceglie di tornare al comando. A 82 anni.

«Intanto credo che vada valutato correttame­nte l’atto di coraggio. Benetton si è esposto in prima persona, ha dimostrato di avere davvero coraggio da vendere. E se ce la farà sarà un genio al quadrato. Perché la situazione è molto più complicata adesso rispetto a venti o trent’anni fa. Specie nel settore della moda. E bisogna orientarsi in questo mondo, ad età molto diverse. Capire che partita vai a giocare, trovando il modo di riuscire poi a definire anche una strada per vincerla».

In comune con allora c’è la necessità di innovare.

«Sì, ma si tratta di trovare una strada completame­nte nuova. Bisogna farlo in un modo diverso da venti-trent’anni fa. È questa la vera sfida». Possibile?

«Senta, anche i grandi della storia hanno faticato ad essere sempre uomini di successo. E pur tuttavia non c’è una risposta preconfezi­onata. Per dire: anche un artista come Picasso le cose migliori le ha fatte in tarda età. Io mi auguro che Benetton abbia le idee chiare e sappia come affrontare questo passaggio, nel momento in cui si assume la responsabi­lità di scendere in campo. Così come mi auguro che possa stupirci ancora, mostrando di essere all’altezza di diventare il Picasso del momento».

Il finanziere Anche Picasso le cose migliori le ha fatte in tarda età: mi auguro sia così anche stavolta

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