Cannella, zenzero e vin brulé Assaggi di Natale nei mercatini
Dall’Alto Adige al Friuli, dal Veneto a Innsbruck, la mappa dei sapori da gustare passeggiando
Magia del Natale: pensi alla festa più amata e ne senti subito il profumo. Profumo di cannella, di mele e spezie, di arance e mandorle, di miele e pan di zenzero, di panettone e cioccolata. Ma anche di bollito e di cappone, di vin brulé, di frutta caramellata e canditi: dipende dalle «radici», dalle latitudini, dai ricordi di una vita. E sono proprio i profumi dei ricordi, i sapori della tradizione a guidare 11.760.000 italiani alla scoperta — e per il 55% alla riscoperta — dei 556 mercatini di Natale appena inaugurati in Italia, con una prevalenza in Alto Adige, Veneto, Piemonte e Lombardia e con il Friuli che comincia a dire la sua. Se è un piacere scorrazzare tra bancarelle piene di luci, presepi, addobbi e statuine è anche vero che, rivela il sondaggio JFC su dati Istat, il 30% dei visitatori cerca «prodotti alimentari tipici» e il 19% «punti di ristorazione e street food». E infatti il 56,2% compra prelibatezze del posto e del periodo, il 32,4% dolciumi e cioccolata e il 18% «altri prodotti alimentari non tipici». Numeri importanti, soprattutto rapportati all’indotto totale di 776 milioni di euro prodotti dai mercatini, tra fatturato proprio (284.947.444 euro), ristorazione e bar (263.884.609) e negozi (120.088.337 euro).
E l’enogastronomia sale sulla punta dell’albero: ovunque è il delirio del gusto, declinato in una miniera di ricette da copiare. A Merano si gustano lo gnocco di grano saraceno con il cuore morbido di formaggio di Malga, la carne di cervo in salsa di ginepro e mirtilli rossi, la polenta di Caldaro, lo stufato di crauti rossi e mele. A Lagundo, a pochi chilometri di distanza, va alla grande il salame alla birra, oltre ai tradizionali biscotti di pan pepato e agli squisiti «Spitzbuben», frolle ripiene di marmellata alle albicocche che imperversano in tutto l’Alto Adige. Per i golosi di dolci è d’obbligo una tappa nella colorata e suggestiva Vipiteno, che nell’ambito di un mercatino tradizionale e romantico tenta i palati con Krapfen ripieni di marmellata o castagne, da accompagnare con the caldo, vin brulè e cioccolata, serviti nelle classiche tazze in ceramica, acquistabili (prezzi da 3 a 5 euro) e utili pure a scaldare le mani.
«Nei mercatini originali dell’Alto Adige, si bevono anche il succo caldo o il sidro di mela, spezie, zenzero e zucchero grezzo di canna — racconta Roberta Agosti dell’Azienda di soggiorno di Bolzano, che ospita il mercatino più antico d’Italia (ha compiuto 27 anni), da solo capace di generare per la città un indotto di 36 milioni di euro —. I prodotti enogastronomici tipici sono molto richiesti e tra i più venduti ci sono i biscotti da mangiare alla vigilia di Natale. Ricordano quelli che si fanno nelle nostre case, sono frolle con noci e nocciole, cioccolata e marmellata. Un altro classico di Natale è lo Zelten, un pane con frutta secca come fichi, datteri, uva sultanina, frutta candita, nocciole e noci, oltre naturalmente allo speck e ai Brezen, semplici o ripieni con salumi e prosciutto».
Ci sono sapori che spuntano fuori insieme all’albero e al presepe e altri più di nicchia: forse non tutti conoscono la «Polvere di stelle», specialità del mercatino da fiaba di Lana, una sorta di cocktail a base di Vermouth dry, Curaçao, Rum e scorza di limone da accompagnare al croccante toast contadino o a una serie di delizie locali come il cioccolato ripieno di frutta, il pane preparato secondo antiche ricette, la mostarda di pere, il distillato di frutta. «I nostri mercatini lavorano molto sui prodotti doc — spiega Elda Verones, direttore dell’Apt di Trento, che quest’anno schiera 92 bancarelle nelle tre piazze Fiera, Battisti e Santa Maria Maggiore —. Abbiamo operato una selezione molto rigida degli 86 espositori, che devono produrre in Trentino: propongono formaggi, slow food, salsicce, polenta, canederli, salumi, vini, grappe». E poi i Lebkuchen, i morbidi biscotti speziati con la glassa di zucchero e dentro frutta secca, agrumi canditi, miele, cannella, anice, zenzero, chiodi di garofano, noce moscata, pimento, e le Zimtsterne, stelline a base di cannella e mandorla. Il tutto servito in piatti di pane, che si mangiano a fine pasto.
Dall’Alto Adige a Innsbruck il passo è breve, anche grazie ai treni austro-tedeschi della DBÖBB Deutsche Bahn, che offrono cinque collegamenti al giorno. Acquistandoli in anticipo, si possono trovare i biglietti Italia-Austria al prezzo speciale di 29,90 euro (39,90 fino a Monaco). «Fino al 6 gennaio sono a disposizione del pubblico sei mercatini di Natale, che attirano 1,3 milioni di appassionati, soprattutto italiani, tedeschi, austriaci e olandesi, per un indotto di 80 milioni di euro in sei settimane — spiega Guido Vianello, direttore dell’Azienda di promozione Turismo di Innsbruck —. La metà del-
Tipicità I prodotti enogastronomici tipici sono molto richiesti e tra i più venduti ci sono i biscotti da mangiare alla Vigilia. Ricordano quelli che si fanno nelle nostre case, sono frolle con noci e nocciole, cioccolata e marmellata. Un altro classico è lo Zelten, dolce tipico in tutta l’area germanica
le 300 bancarelle propongono specialità tirolesi e austro-tedesche da assaggiare e da comprare, come il Kiachl, Krapfen fritto al momento e riempito con farcitura dolce o salata, il Kletzenbrot, cioè il pane alla frutta, il Christstolle, dolce natalizio con canditi e uvetta, e poi speck, Strudel, Wurst, punch, Schnaps (distillati di grappa di solito alla frutta, ndr) e vin brulé».
Il tutto per la gioia degli amanti dei mercatini ai quali, rivela sempre il sondaggio JFC, «non piace trovare gli stessi prodotti in vendita nei negozi e nei centri commerciali», ma vogliono «alimenti originali, non industriali». E allora il Friuli non è da meno, con l’elegante mercatino di Pordenone, che veste di bianco e luci piazza XX Settembre e piazza Risorgimento, per un suggestivo percorso, anche a bordo del trenino, tra casette, piazzetta degli elfi, Casa di Babbo Natale, concerti e cori dei bambini. «Questo sarà il Natale dei bambini e delle famiglie — annuncia il sindaco Alessandro Ciriani — fino al 7 gennaio giochi, divertimenti, spettacoli, concerti e incontri animeranno le strade del centro storico. Ci aspettiamo 5-6 mila visitatori a weekend». Quando arrivi ti guidano il mega alberone tutto illuminato, il presepe della Loggia municipale che di anno in anno si popola di nuove statue in legno a misura d’uomo realizzate da artisti provenienti anche dalle regioni limitrofe e il profumo delle prelibatezze rigorosamente doc. Dai piccoli chalet si alza l’aroma di polpettine e salame di bufala, del frico (il piatto più tipico della cucina friulana, a base di formaggio, patate e cipolla), dei crostini con pitina, petuccia o muset, dei panini con polpette in tecia. Se si predilige il dolce ci si può tuffare in una cascata di caramelle, torroni, mandorle caramellate, cioccolato caldo, Waffol e frittelle. Un consiglio: non si può non assaggiare la Gubana, tipico dolce delle valli del Natisone a forma di chiocciola che si prepara a Natale, a Pasqua e per occasioni particolari, come matrimoni e sagre. E’ a base di pasta dolce lievitata e ripiena di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa e scorza grattugiata di limone.
Nel Veneto, terra di un centinaio di mercatini per un fatturato di circa 142 milioni di euro, brilla invece la stella luminosa che dall’Arena esce in piazza Bra, illuminando Verona. La città patrimonio Unesco fino al 26 dicembre, in piazza dei Signori, ospita le famose casette in legno del «Christkindlmarkt» di Norimberga, ricco di oggetti in vetro e in legno, idee regalo, ma soprattutto prodotti tipici del Weinachten (il Natale tedesco) e dolciumi «da passeggio». Una brezza di cannella e cioccolato invita ad assaggiare i dolci speziati della tradizione, i Lebkuchen, gli Stollen (il dolce di Dresda, simile al nostro panettone, fatto di pasta speziata, frutta candita e mandorle), i Bratwurst e il Gluhwein (vin brulé bavarese, con spezie). La bandiera della tradizione italiana svetta invece in piazza Bra, sul mercatino di Santa Lucia, famoso per gli stand di dolci e leccornie provenienti da numerose località d’Italia e dall’estero. Le più richieste sono le tradizionali «frittelle di Santa Lucia», che si preparano con farina, burro e zucchero a velo e si gonfiano mollemente una volta immerse nell’olio bollente.
Le garanzie I nostri mercatini lavorano molto sui prodotti doc. Abbiamo operato una selezione molto rigida degli 86 espositori, che devono produrre in Trentino. Propongono formaggi, slow food, salsicce, polenta, canederli, salumi, vini, grappe. E poi i Lebkuchen, i morbidi biscotti speziati con la glassa di zucchero