Un po’ pop e molto jazz Ecco Gualazzi
«Ho scelto un titolo semplice che potesse mettere in rilievo delle tematiche importanti: amore, vita, pace. Questo progetto intende rappresentare una tappa importante del mio percorso artistico ma anche concentrarsi su quello che ci accade intorno. In un periodo complicato come quello in cui viviamo c’è bisogno di messaggi semplici». Così, Raphael Gualazzi, poco più di un anno fa, mentre il suo «Love Life Peace» (quarto album) s’apprestava a tuffarsi nei negozi di dischi, cioè sul mercato, e nella scaletta dal vivo, cioè in tour. Un tour che continua, che prende il nome pari pari dal disco («Love Life Peace Tour») e che stasera, al Teatro Salieri di Legnago, alle 21, offre Gualazzi in un ritratto d’eclettismo – l’album è fatto di ballate, quadri jazz, vivacità discofunk, echi di Brasile e Battiato, pezzi in italiano e inglese – ma anche in un set che, del pianista e cantante marchigiano, classe ’81, rilegge i passaggi più importante della carriera (iniziata nel 2005). La serata in terra scaligera – che apre il programma della rassegna «Cantautori Doc», ultimi biglietti disponibili alla cassa del teatro dalle 19 – è il primo «Fuoriprogramma» del Salieri (seguirà, giovedì, Vinicio Capossela) ed è anche l’occasione, come spiegano gli organizzatori, per vedere Gualazzi «amalgamare il suo personalissimo pop alla sua sconfinata anima jazz». Sul palco, una band di sei musicisti, tutti polistrumentisti: sezione fiati composta da tromba, sax e trombone e sezione ritmica con chitarra, contrabbasso e batteria. Più ovviamente Gualazzi al pianoforte e alle tastiere: «Dal vivo mi diverto molto. Durante i concerti siamo in 7 a suonare e ci sarà un interplay diverso tra gli strumenti. Si tratterà comunque di un’evoluzione naturale per un jazzofilo come me». (m.s.)