«Mobility Day positivo e da rifare» Ma le opposizioni: caos nei quartieri
Le associazioni con il Comune: «È un inizio, ha pesato la mentalità»
Giudizi contrastanti dopo il primo «Mobility Day», la chiusura domenicale alle auto della Ztl allargata. «Un test positivo, da ripetere», secondo gli assessori della giunta Sboarina. «Una catastrofe, con i quartieri in sofferenza», per le opposizioni.
Periferie bloccate più del solito, o traffico «normale» da domenica prenatalizia con tanto di mercatini? Per le opposizioni si tratta di una domanda mal posta. Tutte danno per scontato che, qualcosa, nel meccanismo del primo Mobility day si è inceppato. E che l’idea, per alcuni buona, per altri meno, non è stata ben implementata. Il più severo è l’ex sindaco Flavio Tosi, che non aveva risparmiato critiche all’iniziativa nemmeno alla vigilia. «È stata un’esperienza catastrofica - taglia corto - non avevo mai visto Verona completamente bloccata alle dieci di una domenica mattina. È stato tutto sbagliato, dalla scelta della data, in coincidenza non solo con i mercatini di Natale ma anche quelli di San Zeno, fino alla gestione dei blocchi, situati solo agli accessi della zona interdetta».
Per i consiglieri del Partito democratico, Carla Padovani, Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, anche se l’idea era buona, l’applicazione non è stata delle migliori: «Non è creando un’isola più o meno felice in una mare di smog che si stimola la buona coscienza dei cittadini - dicono - il dato di fatto è che ieri i grandi parcheggi dello Stadio, pure essendo facilmente raggiungibili dalla tangenziale, risultavano ampiamente sottoutilizzati e quasi tutto il traffico in ingresso e in uscita dal centro si è di nuovo concentrato sull’asse Sud e nei punti di accesso ad Est».
Per Michele Bertucco, «Sinistra in Comune», il mobility day «è stato recepito più che come un invito a lasciare a casa la macchina, come un suggerimento ad usarla fin dove consentito, mettendo così ancora più in sofferenza i quartieri della città già più inquinati. Bisogna rispondere con un servizio di trasporto pubblico concorrenziale e con un sistema di parcheggi scambiatori». Per Mattia Fantinati, deputato del Movimento 5 Stelle, è mancata «una corretta pianificazione e un’adeguata comunicazione».
«È successo perché la gente non vuole rinunciare all’auto».
Diversa la risposta che arriva da parte delle associazioni che nel Mobility day hanno creduto e che in molti casi hanno collaborato. Anche se per qualcuna di loro il problema del traffico c’è stato, questo è una prova che c’è molto da lavorare sulla «mentalità» e che, di conseguenza, iniziative del genere vanno ripetute. Così sostengono gli Amici della Bicicletta: «Ha pesato il malcostume di alcuni che vengono dalla provincia - dice l’ex (da poco) presidente Gianni Migliorini - o non sapevano o hanno cercato di fare i furbi, volendo parcheggiare quanto più possibile in centro. Peccato che quando i “furbi” sono tanti, ci rimettono tutti». Così ritiene il vicepresidente di Legambiente, Lorenzo Albi. «Purtroppo in pochi, a Verona, vogliono cambiare abitudini: si pretende di andare ovunque con l’auto. Certo, bisogna che ai cittadini vengano offerte alternative». VeroCentro, realtà che si spende a favore della pedonalizzazione di parte del centro storico bolla le polemiche sul traffico come «strumentali»: «Sarebbe stato forse meglio che le migliaia di automobili si fossero riversate in piazza Erbe? - si chiede il presidente dell’associazione Michele Abrescia -. La presenza numerosa e festosa di molte persone in centro è stata la dimostrazione che il primo esperimento si è rivelato un successo». Il Comitato Verona Sud sostiene, con il presidente Alberto Modenese, che «problemi del genere erano nelle aspettative, ma che bisognava provare» e si augura un’operazione del genere a breve anche nei quartieri.