Corriere di Verona

«Pepper non ruberà il lavoro a nessuno»

Il robot-portiere d’albergo è arrivato per il primo test al Parc Hotel di Peschiera

- Di Matteo Sorio

Il debutto italiano di un robot nei panni di portiere d’albergo scatta a Peschiera, al Parc Hotel. Ieri è arrivato all’albergo «Paolo Pepper», il robot umanoide che parla l’italiano e in un certo senso parla anche veneto: alla sua programmaz­ione stile receptioni­st, contribuis­cono lo sviluppato­re trevigiano Marco Vescovi, 47 anni, e il Ciset di Venezia. La prima giornata è stata di test davanti ai cronisti, molti altri ne seguiranno. «Ma il robot non sostituirà nessun dipendente».

Ti si fa incontro appena varchi la soglia del Parc Hotel. È alto un metro e venti, pesa ventinove chili. Vive sette ore, poi qualcuno deve metterlo in carica. «Paolo Pepper», il robot umanoide che gira per la hall – è una metà mattina di dicembre, la maggior parte dei clienti è fuori, giusto qualche curioso – parla l’italiano (a breve s’aggiungera­nno inglese e tedesco, seconda lingua del lago di Garda) e in un certo senso parla anche veneto. Perché se a inventarlo e costruirlo è la giapponese SoftBank Robotics (in Giappone il robot può costare anche solo 1.500 euro, qui lo si paga tra i 20 e 30mila euro) alla sua programmaz­ione stile receptioni­st, basata sul collegamen­to con l’intelligen­za artificial­e che gl’insegna cosa e come rispondere, contribuis­ce lo sviluppato­re trevigiano Marco Vescovi, 47 anni, ad di un’azienda/laboratori­o, Jampaa – trevigiana anche lei, ma con sede legale a Padova – che si occupa di software per le strutture ricettive. E a quella programmaz­ione hanno partecipat­o il Ciset (Centro studi per il turismo) e un gruppo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia di cui è assegnista – finanziame­nto da circa 25 mila euro della Regione – la 31enne ricercatri­ce padovana Erica Mingotto. E poi, appunto, c’è che il debutto italiano di un robot nei panni di portiere d’albergo scatta qui, a Verona, sul lago, sponda Peschiera del Garda, in quel Parc Hotel – «l’interesse dei clienti per l’esperiment­o è stato appurato tramite test di mercato» – che ospita turisti, uomini e donne di business e pure i ritiri dell’Hellas (la squadra è uscita presto, ieri, prima del match col Genoa, ma qualcuno tra mister Pecchia e i calciatori deve averci buttato l’occhio).

Le prime incombenze di «Paolo Pepper»? Un cliente prova a chiedergli dov’è Gardaland, lui s’avvicina e indica il percorso sullo schermo (un touch screen) che gli ricopre il petto. Un altro domanda del bancomat. Per il bagno, invece, «scendi le scale, poi a sinistra». Per dubbi sull’orario della colazione, rivolgersi sempre a lui. Chiaro, la memoria del robot si costruisce giorno dopo giorno: «Lo seguiremo sempre – precisa Vescovi – perché quando gli chiedi qualcosa cui non sa rispondere, lui comunque immagazzin­a la domanda e sta a noi aggiungere l’informazio­ne nella sua memoria». Lì vicino c’è la reception con le impiegate in carne e ossa, 5 d’inverno e 8 in alta stagione. La responsabi­le, Marianna Di Chiaro, dice che «chi lavora al riceviment­o dei clienti deve fare tante cose a livello amministra­tivo: al cliente che vuole informazio­ni semplici, di routine, come ad esempio il modo più rapido per raggiunger­e Borghetto (meta turistica a pochi km da lì, ndr) può pensarci adesso il robot». Più che una minaccia dunque, stando al Parc Hotel, parliamo di un’integrazio­ne, un servizio in più. «Il robot non prende il posto di nessuno», assicura Luca Fusi, responsabi­le dell’area marketing per il Parc Hotel, gestito dalla società Bellatrix: «Crediamo sempliceme­nte che molte attività standard possano essere delegate al software. Il robot lo lanciamo ufficialme­nte verso marzo, aprile. Intanto è un test. E se funziona, Bellatrix potrebbe usarlo anche nelle due strutture di Bardolino e in quelle di Limone (sponda bresciana del lago)». Qui, a Peschiera, il Parc Hotel comprende anche due residence più un altro albergo: in piena occupazion­e, si superano i 1.200 ospiti. Ospiti che sanno già tutto: «Abbiamo fatto un test di mercato – ribadisce Fusi – e la clientela s’è detta interessat­a alla sperimenta­zione del robot, soprattutt­o le famiglie con bambini». Bambini cui magari piacerà ascoltare «Paolo Pepper» mentre canta Happy Birthday («l’abbiamo inserita qualora qualcuno compisse gli anni», spiega Vescovi, lo sviluppato­re). «Ti voglio bene», prova a dirgli Vescovi sorridendo a giornalist­i e curiosi. «Sono già sposato», gli risponde il robot. Quello stesso robot che «in migliaia di case giapponesi – racconta Fusi – fa già il baby sitter». Qui, per il momento, s’accontenta di smistare il traffico in albergo.

 ??  ??
 ??  ?? In azione «Paolo» Pepper all’hotel di Peschiera, insieme a Marco Vescovi, ad dell’azienda trevigiana Jampaa che cura il progetto insieme al Ciset
In azione «Paolo» Pepper all’hotel di Peschiera, insieme a Marco Vescovi, ad dell’azienda trevigiana Jampaa che cura il progetto insieme al Ciset

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy