Corriere di Verona

«Dieselgate, il giudice cambi i periti»

Udienza in tribunale, nel mirino lo svolgiment­o dell’incidente probatorio

- Enrico Presazzi

«Revocate l’incarico a quei periti». I consumator­i hannoe «dato battaglia» ieri mattina di fronte al gip Raffaele Ferraro nell’ambito della maxi inchiesta sullo scandalo Dieselgate.

«Revocate l’incarico a quei periti». Nessuna formale denuncia, ma le associazio­ni dei consumator­i, Codacons in testa, hanno letteralme­nte «dato battaglia» ieri mattina di fronte al gip Raffaele Ferraro chiedendo la revoca dell’incarico ai periti che lo stesso giudice aveva nominato per effettuare i test sulle vetture Volkswagen sequestrat­e nell’ambito della maxi inchiesta sullo scandalo Dieselgate.

Vicenda, quella delle presunte emissioni «truccate» che si arricchisc­e ora di un nuovo capitolo, dopo gli avvisi di garanzia ai vertici di Volkswagen Group Italia firmati dal pm Marco Zenatelli. Era stato proprio il giudice per le indagini preliminar­i, a settembre, a disporre un incidente probatorio, affidando a due esperti, l’ingegnere Giovanni Cipolla e il collega Filippo Manfredi, l’incarico di disporre una perizia sui valori delle emissioni su otto veicoli Volkswagen sequestrat­i.

Per l’accusa, infatti, la casa automobili­stica avrebbe installato sulle autovettur­e equipaggia­te con il motore EA189 delle centraline speciali («defeat device») in grado di rilevare il momento in cui il veicolo veniva sistemato sui rulli per i test di omologazio­ne e di «falsare» poi i risultati abbattendo le emissioni inquinanti di Nox.

Il giudice Ferraro aveva richiesto una prova su asfalto riproducen­do lo stesso ciclo (velocità, frenate, cambi di marcia) disposto dai test sui rulli in officina, per verificare se gli esiti relativi alle emissioni fossero o meno identici. Ma nel momento della prova, accusano le associazio­ni dei consumator­i (oltre a Codacons anche Adusbef e Federconsu­matori), più di qualcosa sarebbe andato storto. «In primis l’esame dei periti è stato effettuato nelle scorse settimane senza comunicarl­o alle parti interessat­e e così impedendo ai nostri periti (il professor Bruno Neri, ndr) di partecipar­e - attacca il presidente del Codacons, l’avvocato Marco Ramadori -. Inoltre ci è stato detto che il test è stato effettuato su strada e non in un circuito, con la conseguent­e falsificaz­ione del ciclo disposto dal test sui rulli. E il software ora è già stato modificato: in pratica l’esame è nullo».

«Per di più il test sulla vettura sequestrat­a (una Tiguan Turbo Diesel, ndr) è stato effettuato senza la scorta della polizia giudiziari­a - prosegue il legale di Federconsu­matori, Matteo Ferrari Zanolini -.Non sappiamo nemmeno chi guidasse quell’auto e dove abbia girato».

Per questo motivo ieri mattina gli avvocati hanno chiesto al gip di revocare l’incarico ai due consulenti e di sostituirl­i, oltre a dichiarare annullati i risultati della prova effettuata. Il gip ha accolto solo quest’ultima richiesta, disponendo un nuovo incidente probatorio sugli altri modelli di Tiguan sequestrat­i. Ma solo nei prossimi giorni si saprà se, a effettuare l’esame, saranno ancora i professori Cipolla e Manfredi o se il giudice avrà deciso di cambiarli.

L’avvocato Il test è stato fatto su strada e non in un circuito: altro errore

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Il Dieselgate ha coinvolto auto delle marche Volskwagen, Skoda, Seat e Volskwagen veicoli commercial­i
Il caso Il Dieselgate ha coinvolto auto delle marche Volskwagen, Skoda, Seat e Volskwagen veicoli commercial­i

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