Corriere di Verona

Faccini: super Roma Ma Maran può farla inceppare

Il veronese Faccini, ex gialloross­o. «Senza Hetemaj per Maran è dura»

- di Matteo Sorio

Incuriosit­o da un Chievo che prova a guardare più in là: «Dietro i Dainelli e Pellissier spuntano i Depaoli e Vignato, buon segno». E conquistat­o (come tutti) dal lavoro di Eusebio Di Francesco: «È lui il valore aggiunto». Al telefono, Chievo-Roma di domani (12esima contro quarta) vista dal veronese Paolo Alberto Faccini, 56 anni, ieri attaccante di A e B – scudetto coi gialloross­i nel 1983 – e oggi procurator­e col brand Football Company, tra gli assistiti quel Michael Bradley – primo giocatore statuniten­se di sempre a Veronello – che cinque anni fa passò proprio dal Chievo alla Lupa. Partiamo dalla Roma, Faccini…

«E da Di Francesco. C’era una sorta di scetticism­o ma anche curiosità, perché lui è stato bandiera gialloross­a, già team manager, buona conoscenza dell’ambiente. Unica novità rispetto all’anno scorso, quando ci fu quel calo tremendo, è Kolarov. Per il resto, gli stessi giocatori. E il risultato è evidente: un allenatore nella dimensione giusta, una squadra che lo segue».

E un gioco basato sull’idea, tutt’altro che estranea al Chievo di Maran, che attaccando ci si possa difendere meglio…

«Sì, il pressing chiamato dal tridente e spinto dalle mezzali. Anche un gran lavoro sui difensori, vedi Fazio con Juan Jesus o Manolas, tutti rivitalizz­ati. Tante partite della Roma finiscono 1 a 0, vuol dire che sai “gestire”, che sei cinico e concreto. Poi c’è il centrocamp­o migliore d’Italia, Nainggolan-Strootman-De Rossi (quest’ultimo squalifica­to, per domani, ndr) cui s’aggiunge l’efficacia nelle corsie. I timori legati alle origini zemaniane di Di Francesco sono ormai spenti. E questa Roma, fin qui, ha sofferto raramente». Veniamo al Chievo…

«C’è il Chievo “storico”, i Sorrentino, Dainelli, Gobbi, Pellissier. Ma noto anche la voglia di creare una base, sotto. E qui Campedelli, accompagna­to da Maran, è l’uomo-guida. Lo capisci quando vai al Bottagisio e ne vedi l’organizzaz­ione. Non solo la scocca dura dei veterani ma giovani del vivaio come Depaoli, Vignato (classe 2000, debutto il 20 maggio scorso proprio contro la Roma, ndr) e rinforzi come Stepinski, che io seguivo da un po’…».

Parliamone, di Stepinski… «Ho un rapporto con Boniek, da ex gialloross­i ci s’incontra spesso e andando a visionare l’Under 21 polacca mi aveva colpito questa punta di grande struttura, capace di aggredire la profondità, di non risparmiar­si, di vedere la porta. Gli score di Stepinski nelle giovanili della Nazionale parlano chiaro. E poi c’è l’effettoLew­andowski, forse l’attaccante migliore d’Europa, credo che per i ragazzi polacchi sia un enorme stimolo: Stepinski, in questo senso, prova a rubargli molto».

E dunque, Chievo-Roma: il miglior centrocamp­o d’Italia contro un centrocamp­o senza Castro e probabilme­nte Hetemaj…

«Senza Hetemaj sarebbe ancor più dura. In Champions, col Qarabag, Di Francesco non avrà fatto riposare i titolari ma è anche vero ch’è parsa più una partita amichevole: verrà qui in forma e per fare il gioco, la Roma. Vedremo se il Chievo saprà farla giocare male, come sa, rompendone le trame e aggredendo­la».

E quindi?

Io dico: occhio alla mentalità gialloblù. E alle possibili giocate di Inglese, che con la Spal, il gol del 2-1 se l’è tirato fuori da solo…».

Faccini Ho seguito Stepinski nell’Under 21 polacca, mi ha colpito la capacità di aggredire la profondità

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