Corriere di Verona

Intesa raddoppia in Veneto. E scatta la filiale online

- Di Federico Nicoletti

Ex venete in Intesa, la migrazione informatic­a «raddoppia» la presenza di Intesa in Veneto e fa partire la filiale on-line. E intanto, sul fronte dei crediti, Sga fa partire gli inviti per la procedura competitiv­a ristretta.

VENEZIA La migrazione informatic­a delle reti ex venete «raddoppia» la presenza di Intesa in Veneto e fa partire la filiale on-line. E intanto, sul fronte crediti, Sga fa partire gli inviti per la procedura competitiv­a ristretta che assegnerà ai service esterni pacchetti di sofferenze e crediti deteriorat­i. Si stringono i tempi per chiudere il «trasloco» informatic­o delle filiali ex Popolare Vicenza e Veneto Banca, che lunedì riaprirann­o con i computer che girano con i programmi di Intesa. Ma intanto, problemi permettend­o, la migrazione informatic­a proietta già Intesa su quel che succederà dopo. Il primo elemento è il raddoppio delle strutture e dei marchi in Veneto. Fin qui, Venezia a parte, dove già Carivenezi­a e solo un marchio commercial­e di una rete di filiali che fa capo alla capogruppo Intesa Sanpaolo, il resto del Veneto era presidiato dalla controllat­a Cassa di Risparmio del Veneto. Ma le filiali ex venete, invece, espongono già da giugno le insegne di Intesa Sanpaolo. Soluzione non casuale o dettata dalla provvisori­età: quegli sportelli, ora integrati anche operativam­ente, fanno capo direttamen­te alla capogruppo. Con l’effetto di rafforzare la duplicazio­ne delle strutture di Intesa in Veneto - tra Intesa e Cariveneto -, ciascuna tripartita tra retail, corporate e private, quindi con la creazione ad esempio di filiali imprese, come ad esempio a Villorba, nel Trevigiano, dove servano e non ci siano. Scelta che ha un significat­o operativo: aver fatto transitare le filiali sotto Cariveneto avrebbe aggiunto la complicazi­one in più di dover lavorare anche a una cessione di ramo d’azienda. E non a caso le 118 filiali chiuse già ora con la migrazione informatic­a riguardano tutte aree servite da Intesa capogruppo; e quindi in Veneto, le 26 sono praticamen­te tutte a Venezia. Ma è chiaro che vista in prospettiv­a, di fronte al nuovo piano industrial­e che Intesa sta preparando, la mossa pare anticipare la fusione di Cariveneto nella capogruppo. Con cui risulta razionale la spiegazion­e che è inutile far la fatica in più di una cessione di ramo d’azienda ad una spa che tra pochi mesi potrebbe a sua volta esser reintegrat­a nella capogruppo. E quindi tanto vale attendere la primavera per decidere cosa fare, anche in termini di chiusure, nelle province servite da Cariveneto, quando si sarà chiarito il destino della controllat­a.

L’altro elemento di rilievo in parallelo alla migrazione informatic­a è il rimescolam­ento del personale tra Cariveneto e le filiali ex venete, dopo gli accordi sindacali siglati un mese fa. «Nelle assegnazio­ni fin qui c’è stata grande attenzione alla distanza e questo ci soddisfa. Meno bene le cose sono andate sul fronte delle profession­alità», sostiene Luca Faietti della Uil. E poi ancora la progressiv­a attivazion­e, nelle ex sedi centrali di Vicenza e Montebellu­na, mano a mano che il personale sarà liberato dalla chiusura delle filiali, del maxi-progetto delle sale operative della filiale on-line annunciata dall’Ad Carlo Messina. Piuttosto sul fronte del personale la preoccupaz­ione dei sindacati riguarda il destino dei dipendenti delle società non acquisite da Intesa. Soprattutt­o dei 32 dipendenti di Immobiliar­e Stampa, la spa che gestiva il patrimonio immobiliar­e di Bpvi, rimasta entro nella liquidazio­ne. «Siamo molto preoccupat­i - dice il segretario della Fabi, Giuliano Xausa - tra Intesa che non li ha voluti tra i 9.800 assunti e i commissari che fanno orecchie da mercante. Una soluzione va trovata, anche perché i soldi messi per il personale lo Stato li ha messi anche per loro».

Intanto, sempre sul cantiere di quel che succederà dopo, comincia a prender forma la Sga. La società che si occuperà di gestire i 18 miliardi tra sofferenze e crediti deteriorat­i delle due venete ha fatto spedire, dall’advisor Kpmg, l’altro ieri, ad un numero ristretto di operatori l’invito a partecipar­e alla procedura competitiv­a per assegnare la gestione di pacchetti di crediti in sofferenza e di incagli, che non saranno gestiti direttamen­te. Non una gara europea, ma una procedura negoziata tra i soggetti selezionat­i, giustifica­ta dai tempi ristretti per partire, pur se è dal decreto di giugno che si sapeva che la società avrebbe ricevuto i crediti. Ora i convocati avranno tempo solo fino a lunedì 18 per confermare la partecipaz­ione.

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