Corriere di Verona

«Loredana ha ucciso, pochi 14 anni»

Delitti di Ronco, la sorella dell’assassino dopo la condanna della fidanzata-complice

- Enrico Presazzi

«Solo 14 anni? Non so che dire, non mi sembra proprio giusto, penso siano un po’ pochi». Nessuna sete di vendetta. Oana Maria era certa del fatto che la procura dei minori di Venezia stesse indagando su Loredana, la fidanzatin­a di suo fratello Andrei Filip accusata di averlo aiutato a realizzare il crimine più orrendo, lo scorso febbraio: l’uccisione della madre Mirela Balan e della sorellina Elena Larisa, prima di gettare i loro cadaveri in fondo all’Adige.

«Solo 14 anni? Non so che dire, non mi sembra proprio giusto, penso siano un po’ pochi». La voce che arriva dall’altro capo della cornetta del telefono è calma, non lascia trapelare alcuna sfumatura di rabbia.

Nessuna sete di vendetta. Oana Maria era certa del fatto che la procura dei minori di Venezia stesse indagando su Loredana, la fidanzatin­a di suo fratello Andrei Filip accusata di averlo aiutato a realizzare il crimine più orrendo: l’uccisione della madre Mirela Balan e della sorellina Elena Larisa, prima di gettare i loro cadaveri in fondo all’Adige.

«I carabinier­i qualche mese fa mi avevano detto che erano tornati in quella casa a Ronco per eseguire nuovi accertamen­ti disposti dalla procura di Venezia, credo che volessero capire se Loredana avesse davvero avuto il tempo necessario a salvare Larisa» ricorda la giovane che ora vive ad Albaredo e che non sapeva nulla della sentenza di mercoledì pomeriggio pronunciat­a dal gup Maria Teresa Rossi. Qualcosa, forse, però lo sentiva.

Perché proprio nelle ore in cui a Venezia scattava la condanna per Loredana, Oana sulla propria pagina Facebook pubblicava un post carico di dolore e nostalgia: «Se potessi riportare in vita una persona, sceglierei mia mamma e mia sorella». Quattordic­i anni e otto mesi di pena per la fidanzatin­a (difesa dall’avvocato Luigi Quintarell­i) che nel frattempo è diventata maggiorenn­e e vive in Romania, dove era tornata subito dopo il duplice omicidio commesso da Andrei con il suo aiuto. Per le motivazion­i del verdetto si dovranno attendere ancora due mesi, ma il Tribunale ha assolto la giovane dall’accusa di aver ucciso la piccola Elena Larisa, quel terribile pomeriggio del 13 febbraio del 2016. Per i giudici Loredana «non ha commesso il fatto». Ed è proprio questo passaggio della sentenza a turbare maggiormen­te Oana: «Ma come possono sostenere che non sia colpevole della morte di Larisa? Lei avrebbe potuto salvarla, portarla fuori di casa prima che Andrei la uccidesse».

Non sono certo gli articoli e i commi del codice penale a guidare il ragionamen­to di Oana, ma la disperazio­ne di una ragazza poco più che ventenne ritrovatas­i all’improvviso da sola. Una ferita che nessuna sentenza potrà mai cicatrizza­re.

Non invoca mai «giustizia», Oana. La notizia della condanna di Loredana la coglie di sorpresa: «Non sapevo nulla - racconta al telefono -. Non so nemmeno dove sia ora. È ancora in Romania? È diventata maggiorenn­e? Forse allora questi quattordic­i anni prima o poi li dovrà scontare». Impossibil­e perdonare fratello e fidanzata: «Per lei non se ne parla proprio, e per quel che riguarda Andrei è davvero faticoso dopo tutto quel che ha fatto. Non so davvero cosa dire. Voglio solo che paghino per i loro crimini, poi sarà Dio a giudicare».

Suo padre, invece, Andrei lo aveva già perdonato ancor prima che il gup di Verona Laura Donati lo condannass­e all’ergastolo, lo scorso marzo: «L’ho visto a settembre dell’anno scorso in carcere a Vicenza - ricorda Oana -. Poi ci avrò parlato due o tre volte al telefono, gli ho continuato a domandare di raccontarc­i tutta la verità, di spiegarci perché lo hanno fatto e mi ha detto che è stata anche colpa di Loredana. Dice di aver capito solo ora, ma ormai è tardi».

E intanto Oana continua a sperare. Perché non c’è condanna che possa impedirle di sognare di riuscire a ritrovare il cadavere della sua sorellina, inghiottit­i dalle acque del fiume. «Fino ad oggi l’Adige ha restituito solamente le valigie che contenevan­o i resti di mia madre- conclude -. Manca ancora Larisa».

La speranza

Finora sono state trovate solo le sacche con il corpo di mia madre. Vorrei ritrovare mia sorella

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Il dolore Oana Maria durante il processo al fratello che ha ucciso loro madre e loro sorella
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