Corriere di Verona

La settimana cruciale dei due «tribunali» Bpvi, inchiesta a Vicenza

Martedì udienza preliminar­e con migliaia di parti civili; venerdì audizione in parlamento E la Cassazione evita (per ora) lo spezzatino

- Andrea Priante

La settimana clou delle indagini sul crac finanziari­o che ha travolto Popolare di Vicenza e Veneto Banca - e con loro il destino di migliaia di risparmiat­ori - si è aperta ieri con la Cassazione che ha scongiurat­o, almeno per ora, il rischio che quella su Bpvi si trasformi in una inchiesta-spezzatino spalmata in diversi tribunale italiani, e si chiuderà venerdì con la Commission­e parlamenta­re d’inchiesta che, a Roma, ascolterà Vincenzo Consoli e Gianni Zonin. Il tutto, mentre a cinquecent­o chilometri di distanza nel palazzo di giustizia di Vicenza - si svolgerann­o le prime tre fasi dell’udienza preliminar­e per il rinvio a giudizio dei sette manager e della stessa Bpvi indagati per aggiotaggi­o e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza.

La cassazione

Quella della Suprema Corte era la decisione più attesa, vissuta con trepidazio­ne dalla procura che indaga sulle (presunte) irregolari­tà commesse dai vertici dell’istituto di credito. A sollevare il polverone, a maggio, era stata la decisione del gip di Vicenza che, accogliend­o parzialmen­te la richiesta di sequestrar­e 106 milioni all’ex dg Samuele Sorato, al suo vice Emanuele Giustini e alla banca stessa, aveva però dichiarato la competenza di Milano. Il motivo? Quella tranche dell’inchiesta verteva sulle informazio­ni che venivano trasmesse alla Commission­e nazionale per le Società e la Borsa (che ha sede nel capoluogo lombardo). Informazio­ni false, secondo i pm, come quella che la banca non «raccomanda­va» ai clienti l’acquisto di titoli, o come il fatto che l’istituto «si sarebbe astenuto dalla erogazione di finanziame­nti finalizzat­i alla sottoscriz­ione di azioni».

Alla decisione del gip erano seguite polemiche, culminate con la dura presa di posizione del procurator­e Antonino Cappelleri che addossava all’ufficio del giudice la responsabi­lità di avere, di fatto, impedito i sequestri. Veleni ai quali si era sommata la risposta di Milano, che a sua volta si era dichiarata incompeten­te.

La questione era quindi finita in Cassazione che si è espressa giovedì sera, anche se il verdetto ha raggiunto la procura berica soltanto ieri mattina: tocca a Vicenza indagare sulle relazioni tra Popolare e Consob.

«Siamo soddisfatt­i - spiega Cappelleri - in questo modo l’indagine riprende coerenza e ordine. Se la Suprema Corte avesse deciso diversamen­te, gli effetti sarebbero stati difficilme­nte prevedibil­i, vista la delicatezz­a dell’intera indagine. Inoltre, credo che Milano avrebbe vissuto in maniera poco pregnante questo piccolo stralcio che le sarebbe rimasto da gestire».

L’udienza preliminar­e

Per i pm è un successo che va ben oltre la consapevol­ezza di aver agito correttame­nte. In attesa di conoscerne le motivazion­i, la decisione della Cassazione dà forza alla procura anche in vista di alcune delle eccezioni che solleveran­no i difensori degli otto indagati nel corso della maxi-udienza preliminar­e che si aprirà martedì per proseguire giovedì e venerdì. Tre mattinate che serviranno soprattutt­o per stilare un elenco provvisori­o delle parti civili, cioè quei risparmiat­ori che si sentono vittime dei presunti illeciti compiuti in passato dai vertici dell’istituto. A presentars­i potrebbero essere in migliaia, con i rispettivi avvocati, e per questo non è escluso l’utilizzo di altri spazi del tribunale, addirittur­a del teatro cittadino. Conclusa questa prima fase, il giudice Roberto Venditti fisserà le altre udienze che, nei primi mesi del 2018, si concludera­nno con la decisione se processare o meno gli ex manager.

In parlamento

La settimana si chiuderà in un altro «tribunale», quello della commission­e parlamenta­re di inchiesta sul sistema bancario. Venerdì saranno ascoltati Gianni Zonin (ex presidente Bpvi), Vincenzo Consoli (ex Ad di Veneto Banca) e Pietro d’Aguì, ex manager di Banca Intermobil­iare (Bim), boutique finanziari­a controllat­a da Veneto Banca. La discussion­e sarà trasmessa in diretta tv e per la prima volta tutti potranno ascoltare la posizione dei due padri-padroni delle Popolari. Con un avvertimen­to: il presidente della Commission­e, Pierferdin­ando Casini, si è sempre dichiarato contrario all’opportunit­à di offrire agli indagati «un palcosceni­co dove non sono obbligati a dire la verità ma possono lanciare accuse senza contraddit­torio».

Il procurator­e Cappelleri Siamo soddisfatt­i, in questo modo l’indagine riprende coerenza e ordine

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