Corriere di Verona

Si ricompra l’azienda venduta ai canadesi che rischia la chiusura: «Ce la faremo»

- Andrea Alba

Quell’azienda l’aveva fatta nascere. Poi nel 2010 l’aveva venduta a un colosso canadese. Ma qualcosa, nella gestione non ha funzionato: nei mesi scorsi la Hammond srl, produttric­e di trasformat­ori a Meledo di Sarego, nel Vicentino, rischiava di chiudere mandando a casa il personale, ridotto a 42 addetti, con tutte le competenze e la sua storia. Così per l’imprendito­re vicentino Gianni Beggio - che nel frattempo aveva fondato con successo un’altra ditta, la Power Europe srl - qualche settimana fa ha deciso di «salvare» la Hammond ricomprand­osela: «Abbiamo già un sacco di ordini, ce la faremo – assicura Beggio, 54 anni – in fabbrica i ragazzi, che avevo assunto io, sono contentiss­imi. Facciamo straordina­ri, si lavora pure questo fine settimana».

L’operazione è costata un investimen­to di 5 milioni di euro. Un impegno notevole per la Power Europe, che ne fattura 1,5. «Ho fatto tutto da solo, senza fidi – riprende l’imprendito­re -. Le banche non ci hanno aiutato nonostante ci siano, anche in questo momento, fatture per 400 mila euro da scontare. Comunque, andiamo avanti: le prospettiv­e sono positive».

Beggio aveva fondato l’azienda nei primi anni Novanta. Specializz­ata per più settori – dal navale all’automazion­e, dalle energie rinnovabil­i alla distribuzi­one di energia – nei trasformat­ori a bassa e media potenza, negli anni l’azienda diventa un gioiellino: 16 milioni di fatturato, 85 dipendenti, export del 70%. Tale è nel 2010, quando viene venduta alla multinazio­nale canadese Hammond Power Solutions, leader in Nord America. «I canadesi, con cui continuo a lavorare in buoni rapporti, purtroppo avevano lasciato che l’azienda non fosse gestita bene. Il mercato europeo è più difficile, i clienti non volevano più saperne e alla Hammond stavano pensando alla chiusura - spiega Beggio -. Quando ho proposto il riacquisto alla Hammond sono stati ben contenti». Con la cessione sono passati subito al (vecchio) titolare anche venti dipendenti, nel frattempo in mobilità. Per loro la prospettiv­a di licenziame­nto si è trasformat­a in un ritorno al passato. «Stiamo facendo straordina­ri per rispondere alle commesse, vedo che si lavora volentieri – continua il vicentino – Mano a mano che l’attività aumenta, assumerò altri ex dipendenti».

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