La fede nel rock e in Dio I vent’anni di «The Sun»
La christian band di Vicenza celebra la carriera con un album
The Sun, la christian rock band vicentina compie vent’anni e celebra l’anniversario con un disco collection, “20”, e un concerto speciale, oggi a Parma. Dal 1997 al 2008 il gruppo si chiamava Sun Eats Hours e girava il mondo con puro punk, poi, un momento di riflessione, e l’inizio di un percorso diverso segnato da fede, spiritualità e credo, che li ha portati a suonare anche davanti a Benedetto XVI e Papa Francesco. Ne abbiamo parlato con Francesco Lorenzi, autore, cantante e chitarrista della band.
Cosa significa fare christian rock in Italia? «Non ci siamo mai definiti una christian rock band. Noi siamo cristiani che suonano musica rock e c’è una grossa differenza rispetto ai canoni del genere. Le nostre canzoni parlano a tutti, è ghettizzante come definizione: eravamo professionisti prima di fare un percorso spirituale e lo siamo anche oggi. La musica è musica». Stavate lavorando da tanto a «20»?
«Non era neppure prevista, ma durante gli spettacoli di quest’anno ci siamo resi conto che i più giovani, erano increduli e sconcertati quando spiegavamo loro di suonare assieme da 20 anni. La cosa ci ha fatto riflettere e abbiamo voluto dar vita ad una raccolta per comunicare che è ancora possibile portare avanti un progetto fatto di amicizia, musica e professione di fede».
Come convivono The Sun e i Sun Eats Hours?
«Abbiamo fatto un percorso di pacificazione con il nostro passato. Bisogna avere il coraggio di guardare a quelle cose che non ci rendono così fieri di noi stessi, ma che in realtà fanno parte di un percorso. Abbiamo benedetto quegli anni perché pieni di esperienze positive».
Vi state preparando a una tournée in Sud America?
«Abbiamo registrato dieci pezzi in spagnolo perché la pubblicazione del libro La strada del Sole ha aperto tante strade. Abbiamo desiderio di tornare a dire qualcosa anche all’estero».
Essere veneti vi ha aiutati in questo percorso?
«Professare una fede nell’ambiente musicale vicentino era impensabile. Ma l’ambiente ci è stato d’aiuto perché la nostra terra è ricca di testimonianze semplici e radicate».