Bpvi, aula blindata per la maxi udienza Ipotesi sequestro dei beni agli ex vertici
Oggi l’udienza preliminare, le parti civili potranno chiedere il blocco conservativo dei beni degli indagati. E domani Zonin va in Commissione
Crac delle ex Popolari. È oggi il giorno in cui prende avvio l’udienza preliminare per il processo di PopVicenza. Cominceranno a sfilare gli avvocati degli azionisti intenzionati a costituirsi parte civile. Non solo. Si torna a parlare dell’ipotesi di un maxi sequestro dei patrimoni dei sette manager indagati e della banca stessa.
Nel giorno in cui prende avvio l’udienza preliminare per il crac di PopVicenza, si torna a parlare dell’ipotesi di un maxi sequestro dei patrimoni dei sette manager indagati e della banca stessa, almeno per ciò che ne resta.
Le parti civili
Oggi cominceranno a sfilare gli avvocati degli azionisti intenzionati a costituirsi parte civile nell’eventuale processo all’ex presidente Gianni Zonin, e agli altri presunti responsabili dei reati di aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. E da qui in poi non appena il giudice avrà chiarito se ciascuno di loro (e saranno migliaia le richieste) avrà titolo per definirsi «soggetto danneggiato» - i legali delle vittime potranno chiedere al giudice di eseguire un sequestro conservativo dei beni.
La chiave di volta è quella fissata dall’articolo 316 del Codice di procedura penale, che al secondo comma recita: «Se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie delle obbligazioni civili derivanti dal reato, la parte civile può chiedere il sequestro conservativo dei beni dell’imputato o del responsabile civile». In pratica, gli ex azionisti possono chiedere al giudice di «congelare» tutti i beni degli ex manager, in vista del risarcimento che il giudice disporrà in caso di condanna.
Nel mirino dei risparmiatori potrebbe finire anche la bad
bank, almeno per ciò che di buono ancora contiene. Le somme da cercare nelle «tasche» degli indagati, invece, dipendono dal danno patito da ciascuna parte civile, calcolato probabilmente sulla base del valore delle azioni acquistate. E quindi è facile prevedere che, da qui a qualche mese, il giudice potrebbe trovarsi a dover decidere su un sequestro conservativo che ammonta a decine (addirittura centinaia) di milioni di euro.
La procura
Gli ex soci Bpvi non sono gli unici a poter avanzare pretese. Stando alle indiscrezioni che circolano in queste ore, anche la procura di Vicenza starebbe valutando se percorrere la stessa strada, dopo aver visto naufragare il tentativo di bloccare 106 milioni di euro all’ex dg Samuele Sorato, al suo vice Emanuele Giustini e alla banca stessa. Ma quello era un sequestro «preventivo», che si era scontrato con la decisione di incompatibilità sollevata dal gip. Mentre questa è tutta un’altra partita.
L’articolo 316, infatti, concede anche al pubblico ministero la facoltà di richiedere «in ogni stato e grado del processo di merito» i sigilli ai beni degli indagati «se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma dovuta all’erario dello Stato». Da parte degli inquirenti nessuna conferma ufficiale, ma nel mirino dei sostituti Luigi Pipeschi e Luigi Salvadori ci sarebbe la volontà di assicurare la copertura delle spese sostenute nel corso dell’inchiesta, che ammontano a diverse decine di migliaia di euro.
L’inchiesta pubblicata nelle scorse settimane dal Corriere dimostrava il tentativo, da parte di diversi manager della banca, di sbarazzarsi dei propri patrimoni, magari intestandoli ai propri familiari. Quanto basta perché gli avvocati delle parti civili sollevino proprio la questione del rischio che – senza un sequestro conservativo – i beni siano fatti «sparire» e il processo si concluda con la beffa delle vittime destinatarie di un risarcimento che non vedranno mai.
Zonin in commissione
Se è improbabile la presenza in tribunale dei principali indagati, almeno in queste prime fasi della preliminare (per ora il giudice Roberto Venditti ha fissato tre udienze - oggi, giovedì e venerdì - ma si proseguirà fino ai primi mesi del 2018), di certo si sa che Gianni Zonin comparirà di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche. Il suo avvocato Enrico Ambrosetti aveva comunicato a palazzo San Macuto il «legittimo impedimento» dell’ex presidente di Bpvi, inizialmente convocato per venerdì. Così, ieri pomeriggio, i commissari hanno deciso di anticipare l’audizione a domani, alle ore 18. E stavolta non potrà non esserci.