Dalla medicina dello sport all’assistenza ai disabili Il Don Calabria festeggia i primi 70 anni a Verona
Ieri in Gran Guardia il punto sulle attività: quasi tremila gli utenti seguiti per la riabilitazione
Da settant’anni è «l’ospedale in più». Quello che a Verona più di tanto non si nota, ma c’è. E fornisce risposte a servizi che, spesso è impossibile trovare altrove. Certo, non ci sono posti letto: ma una serie di ambulatori interconnessi tra di loro. Ieri il centro Don Calabria di via San Marco, recentemente ampliato ha festeggiato l’anniversario in Gran Guardia. Lo ha fatto co con testimonianze da parte di medici e pazienti e mostrando i numeri dell’attività degli ultimi anni. Nel 2016 sono stati quasi tremila (2.941) gli utenti seguiti dal presidio di riabilitazione intensiva, che ormai costituisce la parte più importante dal punto di vista sanitario. Ma c’è anche la parte sociale, con il progetto Medialabor, che dà un’opportunità lavorativa alle persone diversamente abili: 1.371 quelle inserite nel programma l’hanno scorso, a cui si sommano 1.770 utenti del progetto di formazione adulti.
«La “polifunzionalità” è senza dubbio una delle principali caratteristiche del Centro - ha spiegato il direttore, Alessandro Galvani -. Di fatto è l’unica struttura di questo tipo ad aver messo in atto un modello di servizi di così diversa natura in un progetto individuale che tiene conto delle diverse dimensioni e degli specifici bisogni della persona».
Molti veronesi lo conoscono soprattutto per la medicina sportiva, in cui il centro si è specializzato soprattutto negli ultimi anni: vi hanno fatto ricorso, di recente, anche molti atleti professionisti, in particolare nuotatori. Ma l’area ospita anche tre centri diurni dove vengono ospitati, e seguiti disabili adulti.
Altri spazi sono ora occupati della Fondazione «San Giovanni Calabria - Dopo di Noi» per disabili gravi e i tre servizi semiresidenziali sul territorio cittadino per soggetti con disabilità medio-grave. A tali servizi accedono ogni giorno oltre 160 utenti.