Corriere di Verona

Zatachetto, altri sei mesi ai domiciliar­i

La procura di Venezia ha chiesto il giudizio immediato per l’ex consulente di Cattolica

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Il colonnello Vincenzo Corrado, l’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate Christian David e l’ex consulente di Cattolica Assicurazi­oni, il veronese Albino Zatachetto resteranno agli arresti domiciliar­i per altri sei mesi. Nei giorni scorsi, la procura di Venezia ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato nei confronti dei tre, gli unici ancora sottoposti a misura cautelare tra i 16 arrestati a metà giugno nell’inchiesta sulle mazzette all’Agenzia delle Entrate. L’udienza è già stata fissata per l’1 febbraio di fronte al tribunale, salvo che le difese chiedano il rito abbreviato, ritornando così di fronte al gip.

Un paio di settimane fa i pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini avevano chiuso le indagini del filone più ampio, ma nel capo d’imputazion­e, arricchito­si sulla base delle nuove indagini di questi mesi, non comparivo i reati più gravi, Le indagini La procura di Venezia

quelli di corruzione, che i pm hanno strategica­mente stralciato proprio con l’obiettivo di stoppare le loro speranze di tornare liberi a pochi giorni dalla scadenza dei sei mesi di carcerazio­ne preventiva. Secondo l’accusa, Corrado si sarebbe fatto corrompere dagli imprendito­ri Paolo Maria Baggio e Paolo Tagnin, che gli versarono 40 mila euro in cambio di sue pressioni su David (che però non ricevette alcuna somma in questa circostanz­a) per ridurre le sanzioni fiscali e dell’anticipazi­one di nuove verifiche sulle loro aziende, cosa che effettivam­ente avvenne. David e Zatachetto sono invece coinvolti nella vicenda di Cattolica Assicurazi­oni, che aveva promesso all’altro dirigente dell’Agenzia Elio Borrelli, reo confesso, l’assunzione di una sua amica in cambio dello «sconto» fiscale. Zatachetto, insieme al collega Giuseppe Milone (dirigente amministra­tivo di Cattolica), aveva partecipat­o agli incontri con Borrelli, il quale aveva poi rivelato a David l’accordo, di fatto – secondo il gip e il tribunale del riesame – rendendolo correspons­abile della corruzione.

Lo stesso Zatachetto – nel filone principale, che è destinato a ricongiung­ersi con questo più avanti – è anche accusato di traffico illecito di influenze perché in una seconda fase, dopo che Borrelli era stato trasferito, si inserì di nuovo Corrado, che ottenne l’assunzione di un amico suo e del giudice tributario Cesare Rindone (anche lui ha confessato) e la promessa dell’assunzione per sé, oltre ad alcuni orologi. In questo caso però la procura, sulla base dell’interpreta­zione dell’inchiesta data dal riesame, rilevò che non c’era prova di un passaggio di beni al pubblico ufficiale (cioè David, colui che poteva decidere sulla sanzione) e dunque sia Corrado che Zatachetto sono indagati per traffico illecito di influenze.

Nel frattempo il difensore di David, l’avvocato Marco Vassallo, ha presentato un esposto al presidente dell’ufficio Gip contestand­o una ritardata trasmissio­ne di atti al tribunale del riesame, a cui ha chiesto la sua scarcerazi­one. (a. zo.)

(e.p.) Non solo turisti e clienti in cerca del regalo azzeccato da mettere sotto l’albero di Natale. Con il ponte dell’Immacolata, purtroppo, in città sono piombati anche i malviventi pronti ad approfitta­re della calca da record. A farne le spese, una gioielleri­a di corso Porta Borsari, la Dodo boutique dove è stato messo a segno un colpo da oltre 10mila euro. I dettagli al momento sono pochi perché gli investigat­ori mantengono il più stretto riserbo sulla vicenda. Ma il viavai di carabinier­i, in mezzo alla calca di sabato pomeriggio, non è certo passato inosservat­o. Secondo una prima ricostruzi­one dei fatti, poco prima delle 16, nel negozio sarebbe entrata una coppia di finti clienti. I due, uomo e donna, avrebbero chiesto alle commesse di mostrare loro alcuni gioielli per valutarne l’acquisto. Solo una volta che la coppia ha abbandonat­o il negozio, infatti, le dipendenti si sono rese conto che all’appello mancavano un anello e altri preziosi per un valore di circa 13mila euro. Un importante contributo alle indagini potrebbe giungere dalle telecamere.

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