Corriere di Verona

Melegatti, ultimo giorno di produzione e poi Cig «Era prevista». «Non è vero»

Finora arrivati meno di 6 milioni. Ma il dg Quagini: i soldi ci sono

- Samuele Nottegar

Oggi saranno confeziona­ti gli ultimi pandori della mini campagna Melegatti: 1 milione e 575 mila pezzi prodotti. Obiettivo raggiunto. Contempora­neamente scatterà la cassa integrazio­ne per i dipendenti a tempo indetermin­ato della storica azienda dolciaria. «Una scelta prevista – spiega Luca Quagini, direttore generale Melegatti – perché in una situazione come questa non potevamo correre il rischio di peggiorare la condizione finanziari­a dell’azienda. Ma la cassa sarà di breve durata e coinvolger­à solo una parte del personale fisso».

Su questo punto le organizzaz­ioni sindacali concordano: la cassa dovrebbe durare un tempo certo e traghettar­e i dipendenti dalla conclusion­e della campagna di Natale all’avvio di quella pasquale. Meno di un mese, se si considera che si comincia a infornare colombe subito dopo l’Epifania. «Di solito, in questo periodo – analizza Paola Salvi di Flai Cgil – i lavoratori andavano in ferie dopo i lunghi mesi di lavoro

per riprendere l’attività a inizio gennaio». In questo caso non avendo a disposizio­ne ferie, visto che le hanno utilizzate prima della cassa integrazio­ne dei mesi scorsi, l’opzione della Cig, in mancanza di attività produttiva, appare obbligata.Sul fatto che la scelta fosse nota, invece, i punti di vista divergono e di parecchio. «La cassa – precisa Maurizio Tolotto di Fai Cisl – non era mai stata messa in conto. Non che siamo contrari, ma da par«È

te dell’azienda ci aspettiamo un po’ più di chiarezza. All’inizio ci avevano fatto delle promesse che sono state cambiate in corso d’opera. Chiediamo perciò un piano preciso per la campagna pasquale».

Oggi alle 12.30 è convocata l’assemblea dei lavoratori. La soluzione della cassa integrazio­ne non pare trovare opposizion­e, ma qualche malcontent­o tra i lavoratori lo ha lasciato, nonostante la campagna di Natale sia stata molto positiva. andata benissimo – chiarisce Salvi – grazie all’impegno di tutti e anche della campagna social di chi ci ha sostenuto. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di produrre oltre 1,5 milioni di pezzi, cioè quelli autorizzat­i dal tribunale, ed è stato un segnale importante. Abbiamo ridato speranza ai lavoratori. Siamo contenti, ma l’azienda non è ancora in sicurezza».

Non va dimenticat­o, infatti, che Melegatti ha presentato al tribunale domanda di ristruttur­azione del debito e la ripartenza produttiva di Natale è solo il primo passo per il ritorno alla normalità. L’esposizion­e nei confronti delle banche è di circa 10 milioni di euro, mentre i crediti vantati dai fornitori sono pari a 12 milioni. Vanno aggiunte poi le tre mensilità mancanti ai dipendenti e tutto quanto ad esse connesso. «Non siamo fuori dalla crisi – ribadisce Salvi – ma questa campagna ci fa ben sperare». Anche il direttore Quagini pensa positivo: «Se il tribunale ci autorizza, subito dopo l’Epifania si riparte con la produzione pasquale».

Per questa seconda fase i fondi che hanno già permesso il riavvio della produzione sono pronti a immettere altri 10 milioni, dopo i 6 iniziali. Anche se si mormora che per adesso la cifra stanziata sia inferiore: «È vero – conferma Quagini – ma i soldi ci sono e la campagna per noi si conclude solo con il pagamento di tutti i fornitori».

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Ultimo giorno Oggi termina la produzione dei pandori alla Melegatti

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