Corriere di Verona

Autonomia, dopo il Veneto scatta l’effetto domino

Effetto domino dopo il voto veneto. Chiamparin­o: ma rifiuto la logica referendar­ia. Bressa: prevedibil­e

- Zambon

Ormai l’«arco alpino dell’autonomia» è completo. Dopo la Liguria che, pochi giorni prima di Natale aveva annunciato la sua decisione di percorrere il sentiero autonomist­a sulla scorta di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ieri è stata la volta del Piemonte. Il governator­e Sergio Chiamparin­o, infatti, dopo aver messo in ordine il bilancio regionale, ha ammesso di pensare a una trattativa con il Governo, naturalmen­te dopo le elezioni, pur rifiutando la «logica referendar­ia di Veneto e Lombardia». . Il presidente del consiglio regionale Ciambetti: «Ci seguono». Il governo passa la palla al nuovo Parlamento.

Mancava il Piemonte per completare l’arco alpino delle Regioni a caccia di autonomia. E con l’annuncio di ieri di Sergio Chiamparin­o «Anche il Piemonte potrebbe avviare una negoziazio­ne con lo Stato» - l’effetto valanga è completo. Poco prima di Natale aveva calato l’asso Giovanni Toti, governator­e in quota Forza Italia della Liguria. Ieri, nel corso della conferenza stampa di fine anno, anche Torino lascia intendere di pensarci. Abbiamo chiesto a Gianclaudi­o Bressa, sottosegre­tario con delega agli Affari Regionali, se a questo punto non lo si possa intendere come un compliment­o al suo lavoro di interfacci­a con le Regioni «autonomist­e»: «Diciamo che era prevedibil­e altre Regioni si accodasser­o - sorride Bressa - e naturalmen­te abbiamo cominciato a lavorare con chi si è mosso per primo. Liguria e Piemonte sono un po’ indietro rispetto agli altri e non è pensabile i tavoli possano sovrappors­i». Insomma, bene ma si rimanda tutto a data da destinarsi dopo la prossima tornata politica di primavera. Chiamparin­o, però, tiene a rimarcare la differenza con i cugini a nord est: «Continuo a rifiutare la logica referendar­ia alla Maroni-Zaia, perché hanno un profilo politico che non è il nostro». Perché l’annuncio piemontese è arrivato ora? L’occasione scelta da Chiamparin­o è, forse non a caso, una conferenza stampa che traccia un bilancio dei suoi primi tre anni di mandato. «Pur essendo legittime le richieste di Lombardia e Veneto - ha detto Chiamparin­o - , trovo sia diverso cercare, come già altre Regioni, di vedere se, una volta raggiunta una ragionevol­e stabilità di bilancio, vi sono competenze che possano essere discusse, negoziate, trasferite con le risorse connesse alla Regione in alcuni campi come, ad esempio, Formazione profession­ale e Beni culturali. Ma non vado oltre, non mi piace improvvisa­re: ho chiesto al mio vice, Aldo Reschigna di approfondi­re il tema e, presto, potranno esserci le condizioni per tornarci sopra. Il tema, va da sé, riguarderà il nuovo Parlamento e Governo». Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, risponde salace: «Se si parla positivame­nte del regionalis­mo lo si deve proprio al Veneto. Vero è che Chiamparin­o fino a poco tempo fa sosteneva una riforma costituzio­nale che azzerava le Regioni. Non rivendichi­amo certo l’esclusiva, ben vengano altre Regioni con i conti in ordine e in grado di amministra­re bene. Poi, certo, al nord la cultura della pubblica amministra­zione è diversa da altre zone d’Italia». Stakanovis­ti fino in fondo, in Regione, oggi e domani si riuniscono i numerosi tavoli tematici voluti dalla Consulta per l’autonomia. Oggi si parte alle 9 del mattino con l’Istruzione per continuare con il Lavoro, lo Sviluppo economico per chiudere, poi, nel pomeriggio, con Sanità e sociale. Domani, invece, sarà la volta dell’Ambiente. Fra il palazzo Grandi Stazioni e il Balbi continuano, così, gli incontri fra la delegazion­e trattante della della Regione e gli stakeholde­rs fra cui Confindust­ria che partecipa alla maggior parte dei tavoli. Per chi si chiedesse se troppe richieste rischino di inficiare il risultato finale per il Veneto la risposta è no. Sergio Gerotto, docente di diritto pubblico comparato a Padova lo spiega: «Nulla vieta che venga chiesta autonomia per assurdo anche da tutte e 15 le Regioni a statuto ordinario. Se poi questo scatenereb­be istinti catalani è tutto da vedere. Fermo restando che Regioni come il Molise non sarebbe in grado di gestire in piena autonomia alcune materie e, ribadendo che il 116 della Costituzio­ne parla solo di alcune materie, non delle 23 chieste dal Veneto».

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Ottimisti Nonostante un avvio non esente da certa tensione agonistica, Gianclaudi­o Bressa e Luca Zaia fotografat­i sorridenti a Roma per le trattative

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