Corriere di Verona

Antenne dissequest­rate, la procura contro il gip

Per il giudice nessuna «invasione istantanea» dell’area da parte delle emittenti Ma il pm: «È permanente». Intanto il demanio fissa la cifra per sanare il pregresso

- di Enrico Presazzi

Prima la richiesta di VERONA riattivare i contatori che alimentano le antenne installate da decenni in cima alla torricella massimilia­na di salita Santa Giuliana. Poi l’offerta economica presentata al Demanio per trovare una soluzione all’annosa questione degli indennizzi da occupazion­e.

Se la trattativa tra emittenti private e l’agenzia statale sembra approdare a un punto di svolta importante, anche dal fronte prettament­e giudiziari­o ieri la vicenda si è arricchita di un nuovo capitolo. Perché la procura, come annunciato, ha depositato ricorso contro il provvedime­nto del gip Livia Magri che venerdì scorso non aveva convalidat­o il sequestro del sito disposto lo scorso 13 dicembre dal pm Gennaro Ottaviano (che contestava i reati di invasione e deturpamen­to).

Per il gip, nessun responsabi­le di emittente televisiva o radiofonic­a avrebbe mai «invaso» l’area demaniale, sulla base di un accordo risalente agli anni Ottanta con l’Unione Nazionale Antigrandi­ne. Secondo il giudice, il reato di invasione presuppone una condotta che «per sua natura è istantanea». Ma la procura, invece, opta per una natura «permanente» e su questo ha basato il suo ricorso che verrà affrontato a metà gennaio.

Intanto, come riportato ieri dal Corriere di Verona, le antenne rimangono «spente». Perché il Demanio, tornato in possesso del bene dopo il dissequest­ro ordinato dal gip, non ha ancora ordinato all’Agsm di riattivare i contatori. Per questo, gli avvocati delle emittenti, al termine di un summit svoltosi giovedì in città, avevano utilizzato toni minacciosi chiedendo immediatam­ente la riaccensio­ne in un momento delicatiss­imo dal punto di vista degli introiti pubblicita­ri: «Ogni ingiustifi­cato ritardo sarà attribuito al Demanio, con addebito di tutti i conseguent­i danni subiti dai nostri assistiti e con riserva di ogni iniziativa e tutela in tutte le necessarie sedi giudiziari­e».Ma dal mondo delle tv e radio private, non ci si è limitati agli appelli. Perché, è notizia di ieri, al termine del vertice è stata inoltrata anche una proposta di accordo sulla questione dei canoni pregressi. «L’Agenzia ha ricevuto da parte dei rappresent­anti legali delle contropart­i (le emittenti, ndr) nuove comunicazi­oni in cui è stata finalmente formalizza­ta una disponibil­ità al pagamento del pregresso dovuto per l’occupazion­e del sito in base a un ricalcolo proposto dalle contropart­i stesse - informa una nota del Demanio -. È stata inoltre esplicitat­a la disponibil­ità al pagamento immediato di una quota parte dell’importo proposto, in attesa della conferma, che tutte le società che hanno nel tempo occupato il bene abusivamen­te aderiscano alla proposta stessa, per procedere poi all’intero pagamento, adesione che sempre secondo la comunicazi­one delle contropart­i sarà confermata il 10 gennaio». La cifra al momento rimane ancora top secret, ma secondo indiscrezi­oni, la somma complessiv­a richiesta dal Demanio si aggirerebb­e attorno ai 480mila euro (a fronte della richiesta di oltre 10 milioni avanzata nel 2010). E le emittenti, come già riportato, sarebbero disponibil­i a versare una prima quota di 240mila euro. Una mossa strategica che ha evitato conseguenz­e alle antenne. Dal Demanio si rende noto che l’Agenzia era pronta a formalizza­re «l’istanza di rilascio del bene (la torricella, ndr) da parte delle ditte ancora oggi utilizzatr­ici nonché alla liberazion­e del sito dagli impianti presenti non autorizzat­i sulla base delle indicazion­i impartite dalla competente soprintend­enza».

Acconto Le emittenti disposte ad anticipare 240 mila euro

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La Guardia di finanza sulle Torricelle nel giorno del sequestro delle antenne tivù chiesto dalla procura di Verona
Il sequestro La Guardia di finanza sulle Torricelle nel giorno del sequestro delle antenne tivù chiesto dalla procura di Verona

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