Antenne dissequestrate, la procura contro il gip
Per il giudice nessuna «invasione istantanea» dell’area da parte delle emittenti Ma il pm: «È permanente». Intanto il demanio fissa la cifra per sanare il pregresso
Prima la richiesta di VERONA riattivare i contatori che alimentano le antenne installate da decenni in cima alla torricella massimiliana di salita Santa Giuliana. Poi l’offerta economica presentata al Demanio per trovare una soluzione all’annosa questione degli indennizzi da occupazione.
Se la trattativa tra emittenti private e l’agenzia statale sembra approdare a un punto di svolta importante, anche dal fronte prettamente giudiziario ieri la vicenda si è arricchita di un nuovo capitolo. Perché la procura, come annunciato, ha depositato ricorso contro il provvedimento del gip Livia Magri che venerdì scorso non aveva convalidato il sequestro del sito disposto lo scorso 13 dicembre dal pm Gennaro Ottaviano (che contestava i reati di invasione e deturpamento).
Per il gip, nessun responsabile di emittente televisiva o radiofonica avrebbe mai «invaso» l’area demaniale, sulla base di un accordo risalente agli anni Ottanta con l’Unione Nazionale Antigrandine. Secondo il giudice, il reato di invasione presuppone una condotta che «per sua natura è istantanea». Ma la procura, invece, opta per una natura «permanente» e su questo ha basato il suo ricorso che verrà affrontato a metà gennaio.
Intanto, come riportato ieri dal Corriere di Verona, le antenne rimangono «spente». Perché il Demanio, tornato in possesso del bene dopo il dissequestro ordinato dal gip, non ha ancora ordinato all’Agsm di riattivare i contatori. Per questo, gli avvocati delle emittenti, al termine di un summit svoltosi giovedì in città, avevano utilizzato toni minacciosi chiedendo immediatamente la riaccensione in un momento delicatissimo dal punto di vista degli introiti pubblicitari: «Ogni ingiustificato ritardo sarà attribuito al Demanio, con addebito di tutti i conseguenti danni subiti dai nostri assistiti e con riserva di ogni iniziativa e tutela in tutte le necessarie sedi giudiziarie».Ma dal mondo delle tv e radio private, non ci si è limitati agli appelli. Perché, è notizia di ieri, al termine del vertice è stata inoltrata anche una proposta di accordo sulla questione dei canoni pregressi. «L’Agenzia ha ricevuto da parte dei rappresentanti legali delle controparti (le emittenti, ndr) nuove comunicazioni in cui è stata finalmente formalizzata una disponibilità al pagamento del pregresso dovuto per l’occupazione del sito in base a un ricalcolo proposto dalle controparti stesse - informa una nota del Demanio -. È stata inoltre esplicitata la disponibilità al pagamento immediato di una quota parte dell’importo proposto, in attesa della conferma, che tutte le società che hanno nel tempo occupato il bene abusivamente aderiscano alla proposta stessa, per procedere poi all’intero pagamento, adesione che sempre secondo la comunicazione delle controparti sarà confermata il 10 gennaio». La cifra al momento rimane ancora top secret, ma secondo indiscrezioni, la somma complessiva richiesta dal Demanio si aggirerebbe attorno ai 480mila euro (a fronte della richiesta di oltre 10 milioni avanzata nel 2010). E le emittenti, come già riportato, sarebbero disponibili a versare una prima quota di 240mila euro. Una mossa strategica che ha evitato conseguenze alle antenne. Dal Demanio si rende noto che l’Agenzia era pronta a formalizzare «l’istanza di rilascio del bene (la torricella, ndr) da parte delle ditte ancora oggi utilizzatrici nonché alla liberazione del sito dagli impianti presenti non autorizzati sulla base delle indicazioni impartite dalla competente soprintendenza».
Acconto Le emittenti disposte ad anticipare 240 mila euro