Dopo le popolari il Veneto ritrovi il suo senso etico
Mi rivolgo a tutti gli imprenditori di agricoltura, industria, artigianato, terziario e libere professioni, e in generale a chi rischia capitali e professionalità, impegnato senza termini contrattuali di tempo a dare lavoro a sé e a tanti collaboratori. Non separo le altre attività nella società civile operanti nelle pubbliche istituzioni per motivi di diverso merito, anzi: al loro operare, con integrità morale è affidata la tenuta della dignità dei cittadini e la sana gestione delle risorse del corpo sociale.
La caduta delle banche di origine popolare, e le difficoltà di quasi tutte quelle che ancora si reggono, è stata generata dalla perdita dello scopo per cui sono nate. Colpevolmente per chi da dirigente o presidente ha volontariamente male operato, includendo anche tutti coloro che sapevano e non hanno denunciato. Tutti hanno ceduto, curando l’interesse personale, anche per senso di potere, non temendo minimamente le conseguenze delle loro azioni. Alla loro caduta morale si è accompagnato un periodo di recessione economica che ha fatto traboccare il vaso.
Il Veneto e la sua storia è stato tradito. Il benessere mal inteso, ha fatto dimenticare lo spirito di servizio che si coniuga alle radici culturali e morali che hanno fatto grandi Venezia prima e tutto il Veneto poi. Siamo in debito nei confronti dei nostri padri; ma se vogliamo, possiamo recuperare nei confronti dei nostri figli. Se sapremo essere consapevoli dei nostri doveri, il nostro territorio potrà rinascere sia sul piano economico che morale, inscindibile binomio per dare un senso all’esistenza dell’oggi e del futuro che ci attende. Con questo sentimento, auguro a tutti un buon anno nuovo.