Oltre tredici milioni di utile, la sanità premiata dal ministero
Zaia: «Abbiamo vinto tutto». Il Pd attacca: «Tagliati hospice e psicologi»
La sanità veneta gode di ottima salute. Anzi, no. Scoppia la polemica sul bilancio del comparto più importante della Regione. Partiamo dai numeri. L’avanzo 2016 della sanità veneta è stato attestato dal Ministero dell’economia e delle finanze sale a quota 13 milioni 729 mila 807 euro e 53 centesimi.
Un risultato talmente positivo per Palazzo Balbi che è lo stesso governatore Luca Zaia a dare l’annuncio: «La squadra compatta della sanità regionale, gestita con la prudenza e la saggezza del buon padre di famiglia, ha vinto ancora, anche sui conti». La certificazione arriva dal Tavolo Ministeriale Adempimenti per l’Istruttoria del Bilancio consuntivo 2016 che ha il compito di vigilare sull’oculatezza della gestione economica in ambito sanitario, pena il commissariamento com’è successo, ad esempio, alla Campania.
Pericolo scongiurato insomma, ma il Pd non ci sta e, per bocca di Claudio Sinigaglia, consigliere regionale e «assessore ombra» alla Sanità dell’opposizione, tuona: «E hanno pure il coraggio di cantare vittoria? Avevano paura di andare in rosso e la soluzione geniale è stata bloccare tutto, dagli hospice alle assunzioni degli assistenti sociali». Parole infuocate che cozzano con la non celata soddisfazione di Zaia, complice, forse, la trattativa in corso sull’autonomia che vede uno dei cinque tavoli col governo dedicato proprio alla sanità. «Mentre manovre più politiche che tecniche – accusa Zaia - vorrebbero escludere il Veneto dalle regioni benchmark in sanità, mettiamo a segno un’accoppiata storica, abbinando i conti in attivo con il primo posto in Italia, appena riconosciutoci dal Ministero della Salute, per i Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza». Secondo Sinigaglia, però, il risultato sarebbe stato raggiunto sacrificando ,nell’ordine, hospice, le medicine di gruppo integrate, gli ospedali di continuità e le unità riabilitative «che non sono mai partite – dice il consigliere Pd – per non parlare del blocco della assunzioni di figure chiave come per gli assistenti sociali e gli psicologi. Nel 2017 la sanità veneta è stata bloccata, basta vedere cos’è stato lo sciopero senza precedenti di medici di medicina generale e medici ospedalieri. Mi chiedo se ne valesse la pena». Il governatore tira dritto e rilancia «Risultati quelli della sanità veneta ottenuti senza l’addizione regionale Irpef sulla sanità, il che significa che sul podio, con i conti in attivo, la promozione sui LEA, zero tasse, la sanità veneta vince la medaglia d’oro, quella d’argento e anche quella di bronzo». Nel lungo elenco di punti positivi, la Regione allinea la maggior tempestività dei pagamenti ai fornitori che nel 2016 sono arrivati a 12 giorni prima rispetto alla scadenza prevista.
Il saldo, cioè l’utile di esercizio consolidato era stato fissato dalla Regione in 17 milioni 410 mila euro, poi ridotto a 13 milioni 729 mila euro dopo le verifiche del Mef. Per dirla con l’assessore alla Sanità Luca Coletto: «Con i tagli, se non è un miracolo, poco ci manca». Non basta, secondo i tecnici della Regione, sono da sommare anche 49 milioni 741 mila euro di fondi patrimoniali.
Per il Balbi, insomma, l’utile arriverebbe a 63,5 milioni. Fondi che finiranno per 30 milioni a ripianare i prestiti che le aziende sanitarie si sono fatte nel corso dell’anno, gli altri 33,5 milioni, invece, finiscono in una voce di bilancio eloquente: «Patrimonio Netto dell’Azienda Zero» e suddivisi per il Codivilla di Cortina (20 milioni) e 13,5 milioni per gli investimenti in «tecnologia ed edilizia sanitaria».