Grillini, Paragone candidato in Veneto e in tour con Di Maio
Luigi Di Maio tira l’asso dalla manica per la campagna elettorale del M5s in Veneto: Gianlugi Paragone. Il giornalista è volto noto e nonostante sia di Varese potrebbe essere lui, alla fine, il candidato frontman nella regione. Forse un collegio uninominale, più probabilmente capolista al Senato, sicuramente volto noto capace di trainare in consenso e tirare la volata ai candidati veneti che in curriculum hanno provato impegno ma scarsa popolarità. Bastava dare un’occhiata ieri ai visi in Prefettura, in coda per ritirare il certificato penale da inviare a Grillo e Casaleggio entro il 15 gennaio: ricercatori universitari, medici, ex amministratori, esperti di finanza.
Oltre alla popolarità, Paragone (ex direttore della Padania e conduttore de La Gabbia su La7) ha pure un’amicizia di lungo corso con l’europarlamentare trevigiano David Borrelli, uomo forte del Movimento in Veneto.
Qualche settimana fa Borrelli e il giornalista hanno pranzato insieme in un rinomato locale del centro di Padova e in queste ore le voci di una candidatura veneta di Paragone diventano sempre più insistenti. Di certo ha qualcosa da raccontare in campagna elettorale al Veneto e ai centomila risparmiatori traditi dal crac delle ex popolari, visto che ci ha scritto un libro, «Gang Bank». Che Paragone presenterà proprio oggi alle 18 all’Holiday Inn di Marghera insieme a Borrelli e Di Maio, che girerà per la provincia veneziana tutta la giornata, da Vigonovo a Mestre a Porto Marghera. Nella foto di gruppo con tridente 5s ci saranno molti dei candidati alle parlamentarie, chi ha fatto outing e chi no. Con l’ex sindaco di Mira Alvise Maniero, è in corsa anche il suo ex assessore all’Urbanistica Luciano Claut, architetto e fondatore del movimento nel Veneziano; da Martellago, il consigliere uscente Andrea Marchiori, da Portogruaro Luca Culos, che ha lavorato a stretto contatto con la deputata uscente Arianna Spessotto, che si ricandida insieme ai colleghi di Montecitorio Silvia Benedetti, Francesca Businarolo, Mattia Fantinati, Federico D’Incà ed Emanuele Cozzolino e i senatori Giovanni Endrizzi e Gianni Girotto.
Saranno dentro anche Gilberto Boscolo, braccio destro del sindaco di Chioggia Alessandro Ferro, e Antonio Candiello, ricercatore, esperto di rischio chimico e collaboratore del gruppo consiliare regionale: basta che presentino le dimissioni entro il 10 gennaio. Quella delle incompatibilità è una seria mannaia ed è pure nato un mezzo caso per Francesca Betto, avvocato, 41 anni, ex consigliere comunale a Padova che si dimise per far cadere la giunta Bitonci. L’articolo 2 del regolamento sbarra la strada a chi si è dimesso. «Ma no, furono dimissioni politiche per far cadere una giunta avversaria, mica 5 Stelle – sorride leiSarebbe una lettura restrittiva delle regole».
Nella squadra padovana anche Maria Elena Martinez, medico anestesista allo Iov, in prima linea sull’ambiente, l’ex consigliere di Conselve Luca Martinello, Marco Camèra (Cda del Leb) Flavio Pinton di Mestrino. A Vicenza la donna di punta è Liliana Zaltron, consigliera comunale uscente e il volto nuovo quello di Elisa Pilati, a Treviso l’ala purista del M5s tifa per Maurizio Mestriner e Giuliano Guidotto, mentre Verona scommette sull’ex consigliere Gianni Benciolini.