L’amore per il paesaggio e per la storia nella scultura di Pia Gazzola: la mostra allo Studio la Città
L’arte l’ha respirata crescendo in una casa colma di libri, impregnata di amore per il paesaggio e per la storia che l’ha forgiato con gli insediamenti umani, tra una madre scultrice e un padre soprintendente nella Verona da proteggere e da ricostruire durante e dopo la guerra. Pia Gazzola l’arte poi l’ha poi conosciuta andando a formarsi e a lavorare, anche come restauratrice, in giro per l’Europa, tra Roma, Vienna e Parigi, nei centri più vitali della cultura contemporanea. Ora che è tornata a vivere nella casa in Valpolicella, la sua città d’origine le dedica una mostra personale che si inaugurerà sabato allo Studio la Città di lungadige Galtarossa (fino al 17 febbraio). Una sensibilità speciale la sua, attraverso la quale viene messa in luce l’essenza profondamente lirica che si nasconde dentro ogni granello di esistenza, dentro ogni elemento della natura capace di esprimersi in un suo linguaggio. Una qualità che l’artista ricompone in opere ispirate alla forma del libro, come un racconto scritto dai rami mossi dal vento che, imbevuti d’inchiostro, lasciano le loro tracce.
Alla base del suo lavoro una riflessione sul rapporto che lega l’arte alla comunicazione e al tempo, riflessione che ha preso corpo in un progetto dal titolo «Capire al Volo», realizzato con l’utilizzo di piccioni viaggiatori, in cui Pia Gazzola è stata impegnata tra il 1998 e il 2000. Un progetto i cui echi si ritrovano nei lavori esposti in galleria.