Hellas e tifosi, la frattura si allarga Bessa non è in ritiro
Comunicato del Coordinamento Calcio Club dopo le decisioni di Setti. Squadra in ritiro, non c’è Bessa: cessione ormai vicina
I tifosi del Verona s’infuriano, dopo la decisione di Maurizio Setti di proseguire con la guida tecnica di Fabio Pecchia, e tra società e piazza il solco raggiunge picchi di profondità che non si ricordavano da molti anni. Ieri mattina, a segnare la distanza rispetto alla linea adottata dalla proprietà, è arrivata, attraverso Facebook, anche la nota del Coordinamento Calcio Club, espressione dei sostenitori organizzati, in cui si legge: «Rimaniamo sbigottiti davanti a questa situazione “imbarazzante”! Riteniamo che il “nascondersi” in un ritiro ad oltranza non sia la volontà di dare un segnale forte, di intenzioni serie. Si chiede rispetto nei confronti di una tifoseria che non è mai mancata e della storia di questa squadra».
Prosegue il testo diramato dal Coordinamento: «Nessuno può permettersi di sminuire, con atteggiamenti arroganti o presuntuosi, gli anni di storia e fede del nostro Club». Toni d’accusa che vanno ad aggiungersi a quelli sprezzanti che accompagnano, ormai sistematicamente, ogni partita del Verona, rivolti, oltre che a Pecchia, al direttore sportivo Fusco e allo stesso Setti. Tra striscioni, proteste e attacchi senza soluzione di continuità, sembra di essere tornati ai tempi in cui il patron dell’Hellas era Giambattista Pastorello. Un clima «da elmetto», in senso figurato.
Lo svuotamento della Curva Sud, domenica con il Crotone, con il successivo raduno all’esterno dello stadio di un migliaio di tifosi per contestare, è stato il detonatore per una reazione a catena che trova terreno fertilissimo sui social network. C’è chi propone di lasciare il Verona da solo, non andando più allo stadio, o perlomeno che sostiene che non ci sarà nella prossima gara in casa, con la Roma, per un boicottaggio temporaneo. Un bar, nell’occasione, ha annullato l’apertura speciale che aveva programmato per trasmettere la partita, come segno di dissenso verso la politica dell’Hellas. E c’è chi addirittura mette in vendita il proprio abbonamento e chi, ancora, sostiene di sentirsi tradito e di non voler più seguire la squadra fino a quando le cose non cambieranno: un embargo sine die. Un ambiente arrabbiato. C’è da capire se basterebbe sostituire l’allenatore per portare più serenità. Non la pensa così, evidentemente, Setti, che andrà avanti con Pecchia perlomeno fino alla trasferta di domenica a Firenze, e che non ha alcuna intenzione di modificare le proprie valutazioni a seconda delle prese di posizione della tifoseria. Lunedì ha strigliato i giocatori per più di un’ora. Il messaggio che ha inviato alla squadra è stato secco: le responsabilità sono di tutti, non solamente dell’allenatore. Quindi, la lunga riflessione successiva ha portato alla permanenza di Pecchia e al ritiro punitivo che è scattato ieri sera, con il trasferimento a Imola del gruppo gialloblù. Un gruppo in cui non c’è Alessio Cerci, ancora out per infortunio (il recupero non è ultimato) e che non sarà a disposizione per la gara di Firenze, ma neppure Daniel Bessa.
Le trattative per la cessione del brasiliano si sono impennate in queste ore, con la Sampdoria che avanza e il Bologna defilato, ma pronto a inserirsi. La partenza di Bessa potrebbe chiudersi a breve, la destinazione Genova è la più quotata. In caso contrario, il giocatore raggiungerà il resto della squadra, composto dai 26 calciatori convocati da Pecchia. Nell’elenco non ci sono neppure Mattia Zaccagni e Matteo Bianchetti – pure loro fuori, come Cerci, per prolungati problemi fisici –, ma nemmeno Cherubin, che è vicino al prestito al Brescia, e Gonzalez, diretto a Perugia. A Imola, invece, ci sono sia Bruno Zuculini che Jagos Vukovic. L’argentino, espulso con il Crotone è stato squalificato per un turno, ma è andato in ritiro. Il serbo è ufficialmente un giocatore del Verona: prestito con diritto di riscatto dall’Olympiacos, la formula. Nel frattempo l’Hellas si è visto infliggere un’altra multa: 2000 euro per lancio di bengala nel recinto di gioco.