Corriere di Verona

Gasdia, debutto ufficiale «Lirica? Buon momento Riempiremo l’anfiteatro»

- L.A.

È la prima apparizion­e in pubblico dopo la nomina, ma Cecilia Gasdia quasi si ritrae. «Sono qui per così dire come ospite», dice sorridendo. Poi si lascia un po’ andare: «Dopo tanto lavoro, questo riconoscim­ento è motivo quasi di lacrime». La Pec da Roma con la nomina a sovrintend­ente è arrivata a Palazzo Barbieri solo lunedì mattina. Ma lei era già al lavoro («in due giorni – dice – ho quasi già perso la voce, per fortuna non devo cantare…»). Ora però chiede tempo: «Aspettiamo altri quattro giorni (il Consiglio d’indirizzo si riunirà lunedì prossimo, ndr). Sui consulenti e dirigenti decideremo (arriverann­o Gianfranco De Cesaris per la parte amministra­tiva e Renzo Giacchieri per quella artistica, ndr). Ci sono problemi amministra­tivi urgenti, scadenze a fine mese, ma intanto stiamo già gestendo la stagione lirica, bisogna trovare cantanti…».

Poi lascia spazio a Sboarina e Gianmarco Mazzi (e a Gianni Morandi) per i programmi estivi di rock e pop. E alla fine vorrebbe andar via subito. Ma il pressing dei giornalist­i. E lei stessa avrebbe voglia di dire tante cose.

«Mi lasciate dire no comment?», chiede ai cronisti. Poi si lascia andare. E un pochino si sfoga. “«Quanto ho lottato in questi anni, e voglio ricordare – dice – il giorno in cui firmai la prima lettera al ministro in difesa della nostra Arena. Era il 14 aprile del 2016, e per una fatalità, proprio il giorno dopo arrivò il commissari­amento. Diciamo – sorride - che sono stata quasi una Sibilla cumana».

Le vengono ricordate le polemiche. Ma lei replica: «Ora guardiamo avanti: quello che è stato è stato, e come diceva

La sovrintend­ente Sono 10 anni che lotto per l’Arena, sono stata una specie di Sibilla cumana

mia nonna, scurdammoc­e ‘o passato. Adesso si riparte, e bisogna farlo in gran velocità».

In che modo? «Io, a grandi linee, nella mia testa il futuro ce l’ho. È una grande sfida ma ci credo convintame­nte, anche perché sto lottando da dieci anni non solo per l’Arena ma anche per altri teatri».

Ottimista, allora? «Devo dire – risponde - che i tempi ci stanno aiutando: il mondo dell’opera sta vivendo un momento davvero felice, il vento gira bene». Poi una noterella politica: «Speriamo – aggiunge la sovrintend­ente - che nuovi ministri e nuovi governi ci aiutino magari di più che in passato, che cerchino di vedere nella lirica anche un business che tutti ci invidiano». A Verona si era parlato di privatizza­zione. Ma Gasdia spiega che «di fatto, la Fondazione è già in parte privata. E allora io dico sempre: ma perché i soldi pubblici devono essere gestiti male e quelli privati bene? Gestiamo bene i soldi pubblici. Che pure sappiamo non essere sufficient­i. Ma cominciamo a gestire bene l’Arena cercando di riempirla. E se la riempiamo, il più è fatto…».

Poi un pensiero ai lavoratori («e ai prezzi pesantissi­mi che hanno pagato per la crisi») e all’orchestra che (vedi articolo sopra) avrà un’attenzione importante, con la prelazione verso gli ospiti esterni. Qui si parla dei suoi ex colleghi. E Gasdia si sente più partecipe che mai: «La logica della prelazione all’orchestra dell’Arena è fondamenta­le – sottolinea - se potessimo avere più orchestre sarebbe bellissimo. Ma di questo riparlerem­o…».

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