La corsa nei collegi veronesi dove il centrodestra punta al cappotto
Esponenti dell’amministrazione Sboarina in corsa. Il nodo quote rosa
Fremono le trattative per i candidati ai sei collegi uninominali in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo che, nei sondaggi, saranno tutti vinti dal centrodestra . E ci potrebbe essere una buona fetta dell’amministrazione Sboarina in corsa per Roma.
Fremono le trattative nel centrodestra veronese, per i candidati ai collegi uninominali in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. E ci potrebbe essere una buona fetta dell’amministrazione Sboarina in corsa per Roma.
La nuova legge elettorale prevede che circa un terzo dei seggi vengano assegnati, con il sistema maggioritario (passa chi prende un voto in più degli altri). Il resto dei seggi è assegnato con il proporzionale in collegi plurinominali. Nei sei collegi uninominali a Verona e provincia - quattro alla Camera, due al Senato - i sondaggi danno la coalizione di centrodestra in larghissimo e forse incolmabile vantaggio sugli altri. I collegi sono stati così spartiti all’interno della coalizione: tre alla Lega (due alla Camera, uno al Senato), due a Forza Italia (entrambi alla Camera), uno a Fratelli d’Italia (al Senato).
In casa Lega, dovrebbero essere candidati, alla Camera, il segretario provinciale Paolo Paternoster (benché semicommissariato), il capogruppo in consiglio comunale Vito Comencini (anche leader dei Giovani Padani), mentre al Senato sarà confermato l’uscente Paolo Tosato. Lorenzo Fontana, vicesindaco, europarlamentare e vicesegretario federale, sarà il capolista al proporzionale per il Carroccio. Sempre al proporzionale, potrebbero essere candidati il sindaco di Roncà Roberto Turri, l’ex assessore Enrico Corsi, Fabio Montoli, mentre tra le donne i nomi gettonati sono quelli di Vania Valbusa, assessore a Valeggio, Raika Marcazzan, della consigliera comunale Laura Bocchi, della consigliera di Agsm Francesca Vanzo, della consigliera provinciale Albertina Bighelli.
Situazione più aperta in Forza Italia, dove al momento ci sono sostanzialmente tre nomi per due posti. Quasi scontata l’indicazione per il coordinatore provinciale (e sindaco di Garda) Davide Bendinelli, che spinge anche per l’assessore comunale di Verona Daniele Polato. Ma in corsa c’è anche l’imprenditore Massimo Ferro, sponsorizzato da Niccolò Ghedini. Si sussurra anche di altre possibili candidature, magari di qualche «big» nazionale. Infine, per Fratelli d’Italia, va verso la riconferma al Senato Stefano Bertacco, nel frattempo diventato assessore, sempre nella giunta di Sboarina.
Questa schema su cui stanno lavorando i leader dei diversi partiti ha un grosso limite: i candidati ai collegi sarebbero tutti uomini. Il Rosatellum prevede almeno un 40 per cento su base regionale di candidature femminili, ovvero almeno 11 sui 28 (tra Camera e Senato) in tutto il Veneto. In questo modo, a Verona non ce ne sarebbe nemmeno una. Possibile? Si vedrà. Nel centrodestra, ci sarà anche la «quarta gamba» di «Noi per l’Italia», con l’ex sindaco Flavio Tosi che preme per essere il capolista nel proporzionale a Verona. Detto che i collegi uninominali sembrano appannaggio nel centrodestra, nelle altre forze politiche l’unica chance per diventare parlamentari è venire candidati nei primissimi posti dei listini proporzionali nei collegi plurinominali. Con due avvertimenti: alla Camera, Verona condivide il collegio con Rovigo, mentre al Senato Verona è appaiata a Vicenza e Padova . Nel Movimento Cinque Stelle, che ha appena tenuto le parlamentarie, è ragionevolmente certa di essere rieletta la deputata uscente Francesca Businarolo (prima classificata), mentre per l’altro uscente Mattia Fantinati (secondo) la corsa sarà tutta in salita. Molto difficile possa passare il veronese Gabriele Pernechele al Senato, terzo in lista al Senato.
Nel Pd, i deputati uscenti Alessia Rotta, Diego Zardini e Gianni Dal Moro hanno dato la disponibilità a venire candidati all’uninominale, mentre Vicenzo D’Arienzo non ha ancora sciolto le riserve. Le speranze di tornare a Roma sono però legate a venire candidati al proporzionale, come capolista o al massimo come secondo, alla Camera o al Senato (i favoriti sono Rotta alla Camera e Dal Moro al Senato). Sempre per l’uninominale, sono emersi anche i nomi dell’ex sindaco di Legnago Silvio Gandini e della consigliera di Villafranca Isabella Roveroni. Liberi e Uguali dovrebbe candidare, come capolista a Verona, Pierluigi Bersani.
La corsa degli altri Per i candidati di Pd e M5S, le speranze di elezione a Verona sono nel proporzionale