«Nuove risorse da imprese e enti o sarà rischio declassamento»
Il risanamento dell’Arena non passi più dai duri sacrifici imposti finora ai lavoratori. Questo è il messaggio del sindacato provinciale Fials, che invita a voltare pagina dopo «il piano di risanamento lacrime e sangue che ha costretto la Fondazione Arena a salvarsi da sola attraverso il taglio del costo del lavoro ed un prestito rotativo non ancora incassato». D’ora in poi «è imprescindibile che non vengano richiesti ai lavoratori ulteriori sacrifici economici e che, nella sventurata ipotesi, un eventuale ulteriore “recupero crediti” sarà finalmente in carico a quella sinergica condivisione di intenti tra le forze economiche di Verona che ora, trovando il loro rappresentante in seno al Consiglio di indirizzo, sdoganeranno interventi economici di supporto a questo motore economico ed artistico; interventi fin qui mancati non solo per l’emergenza ma anche, nel recente, per il rilancio».
Secondo la Fials Cisal di Verona è fondamentale quindi «l’aumento dei finanziamenti, attraverso maggiori contributi da parte degli enti locali, soci privati e terzi entro il 2019, per scongiurare l’eventualità di declassamento a “teatro di tradizione”, ovvero l’anticamera e il viatico alla privatizzazione del Festival, di recente, mai sopita, memoria. Non basterà pareggiare il bilancio, già obbligo di legge, senza risolvere una volta per tutte nodi importanti, come il sostentamento del Museo Amo, che non può più essere a libro paga della Fondazione, e la gestione dell’extra-lirica, sulla cui gerenza e relativi mancati ricavi giacciono irrisolte responsabilità ed attribuzioni. Inoltre noi auspichiamo che la nuova giunta comunale, per risanare come promesso, innalzi la cifra attuale del contributo ordinario (300 mila euro) ai livelli di altre città sedi di Fondazioni liriche, rendendo possibile così anche l’aumento del contributo annuale del Fondo Unico per lo Spettacolo».