«La mancata azione di responsabilità alla Corte dei Conti»
«Malgrado tutti gli annunci e le rassicurazioni (l’ultima la scorsa settimana in commissione consigliare) non è ancora stata decisa, e tanto meno avviata, l’azione di responsabilità nei confronti del passato cda della Catullo, protagonista di una stagione di gestione fallimentare che ha portato lo scalo sull’orlo del baratro costringendo i soci pubblici veronesi a cederne una parte ad un concorrente privato». È quanto afferma il consigliere comunale di Sinistra in Comune Michele Bertucco, dopo aver verificato negli ultimi giorni con gli uffici comunali che la questione «è ancora nel limbo delle “consulenze” e delle “valutazioni”, dove si trova ormai dal lontano 2012, anno dello sfiorato crack».
In una consulenza richiesta dal Comune nel 2016, l’avvocato Lamberto Lambertini aveva sconsigliato di intraprendere l’azione di responsabilità per «i costi del procedimento, i tempi lunghi per la definizione giudiziale, l’incerta capienza economica del convenuto (l’ex presidente del Catullo, Fabio Bortolazzi, ndr), il danno risarcibile in una somma di non particolare rilevanza», ovvero 1,7 milioni di euro, corrispondenti ai soldi che l’aeroporto avrebbe pagato in più per l’acquisto dell’area «Kiwi» rispetto al valore di esproprio e perizia.
E tuttavia, i tecnici di Palazzo Barbieri, avevano chiesto ai soci di Aerogest (la società che raggruppa i soci veronesi e la Provincia di Trento) un approfondimento di indagine, per non incorrere nel rischio di finire sotto la lente della Corte dei Conti. «Proprio alla Corte dei Corti che, giunti a questo punto, ho deciso di rivolgermi affinché questa vicenda trovi uno sbocco - dice ora Bertucco Gli unici finora a pagare per i disastri che la politica ha fatto all’aeroporto di Verona sono stati i lavoratori, molti dei quali sono stati licenziati».