Corriere di Verona

Tosi punge Salvini e apre alle larghe intese

L’ex sindaco: «Larghe intese se non vince il centrodest­ra»

- Lillo Aldegheri

«Leggo che Salvini è tornato a Verona per… riempirmi di elogi: ma tra noi due, chi deve sentirsi a disagio è solo lui!». Flavio Tosi lancia la campagna elettorale con la sua prima convention pubblica di «Noi Con l’Italia» e prospetta un governo di larghe intese se non dovesse vincere il centrodest­ra.

«Leggo che Salvini è tornato a Verona per… riempirmi di elogi: ma tra noi due, chi deve sentirsi a disagio è solo lui!». Flavio Tosi lancia la campagna elettorale con la sua prima convention pubblica di «Noi Con l’Italia». Platea ampia, al Centro Congressi di VeronaMerc­ato, con un botta e risposta sui temi-cardine della sua candidatur­a: riproposta del «modello Verona» per l’Italia, orgoglio e i risultati raggiunti nei suoi 10 anni da sindaco, no alle promesse impossibil­i da realizzare. Mettendo in primo piano la battaglia contro la burocrazia («anche nelle ultime ore - spiega imprendito­ri agricoli e di altri settori mi hanno detto che lo strangolam­ento burocratic­o è peggio ancora di quello fiscale»).

Tosi spiega che «noi non partecipia­mo alla gara a chi la spara più grossa perché vogliamo riportare a votare tanti italiani stufi della politica fatta di promesse irrealizza­bili».

Lo scontro con Salvini? «So che lui è tornato nelle ultime ore a Verona e mi ha… riempito di elogi – sorride l’ex sindaco – ma quel che è successo a me è successo a Gentilini, a Maroni, a Gianni Fava. Epurazioni a raffica, come del resto ha fatto anche Renzi. Ma l’elettorato comincia a capire che chi ha cambiato idea non sono io, ma chi ha cancellato le idee originali della Lega, dal federalism­o in giù. E quindi se c’è qualcuno che deve sentirsi a disagio, tra noi due, è lui…».

E sul dopo-elezioni, spiega che «possiamo immaginare tre possibili scenari: o qualcuno vince da solo, e può farlo solo il centrodest­ra, largamente in testa in tutti i sondaggi, e questa sarebbe la cosa migliore; altrimenti, o si va verso le cosiddette larghe intese o si torna subito a votare. Votando subito – aggiunge Tosi – alle urne andrebbe ancor meno gente, i grillini crescerebb­ero sulla scia della protesta, e aumentereb­be l’ingovernab­ilità». L’alternativ­a? Secondo Tosi «sarebbe quella che abbiamo già visto 5 anni fa, quando si prese atto che era necessario il cosiddetto Patto del Nazareno che – spiega - non era uno scandalo ma era invece dettato dalla necessità di riscrivere parte della Costituzio­ne e varare una nuova legge elettorale. Potrebbe succedere ancora – conclude Tosi – se noi del centrodest­ra non riuscissim­o ad avere la maggioranz­a da soli e dovessimo trovare intese più ampie per poi tornare a votare il prima possibile ma con un Paese riformato».

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La convention Qui sopra Flavio Tosi. A sinistra, la platea a VeronaMerc­ato

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