Dalla Var per coltivare i campi ai collari per la fertilità delle mucche A Fieragricola ha vinto la tecnologia
Non è più solo questione d’istinto, o di esperienza. Anche. Ma archiviate l’archetipo dell’agricoltore che si fida soprattutto di se stesso, perché la 113esima edizione di Fieragricola, che si è conclusa ieri con oltre 130 mila visitatori, mostra la caratterizzazione sempre più digitale e tecnologica del mondo agricolo.
La «macchina», intesa come sistema informatico sofisticato, che affianca l’uomo. Pensate al Metos CropView prodotto dall’azienda austriaca Pessl Instruments, rinominato fuori dal circuito degli addetti ai lavori il «Var» in campo, termine mutuato dal calcio per rendere l’idea ai comuni mortali. «Due telecamere ad alta risoluzione raccolgono immagini dal campo e le inviano a una piattaforma che le rende visibili all’agricoltore da un computer o un telefono», ci spiega Andrea Lari della Pessl. «È un sistema che permette di monitorare da distante la crescita delle colture, la necessità o meno di interventi agronomici e il loro successo e infine di raccogliere anche i dati delle stazioni meteorologiche Metos». Il costo va dai mille euro ai 3 mila del sistema con la stazione meteo. «I clienti – dice Lari – sono le grandi aziende, ma la piattaforma aiuterebbe anche i piccoli agricoltori, che potrebbero mettersi insieme dividendosi i costi».
Al padiglione 9 cerchiamo di capirne di più sul MooMonitor+. È un collare per le mucche, creato dalla ditta irlandese Dairy Master, che attraverso un accelerometro effettua 36 misurazioni al secondo registrando i calori, individuando dunque «il momento esatto della fecondazione, che è anche quello in cui la vacca produce il latte», dice Marco Vanzetto della Tecnozoo, l’azienda padovana che distribuisce il prodotto in Italia. «Così l’allevatore non ha più ritardi nella fecondazione, si riducono i tempi tra un parto e l’altro e aumenta il tasso di concepimento della vacca». Il MooMonitor+ registra anche tutte le altre attività della mucca – il mangiare, il riposo e la ruminazione – nonché il suo stato di salute basandosi su standard specifici. «Se l’attività è fuori standard – sottolinea Vanzetto – il sistema manda un alert all’allevatore, che dall’ufficio o dal divano di casa può monitorare la sua mandria in ogni momento. Il costo? 100 euro a collare».
Poco più in là scopriamo che di elettronico c’è pure la trappola per insetti Wtrap a base di ferormoni della trevigiana Cet Electronics che permette di monitorare a distanza di cattura. «Aiuta a capire quando fare i trattamenti contro determinate specie e incide positivamente anche sull’ambiente perché li riduce», racconta Denise Vicino.
E il connubio tra digitale e sostenibilità vuole essere un pilatro anche nel futuro di questa fiera. Il presidente di Veronafiere Maurizio Danese lo ribadisce: «Fieragricola continuerà a lavorare per un modello di agricoltura 4.0 multifunzione e sostenibile dal punto di vista ambientale».
Tra gli oltre 130 mila visitatori in aumento gli operatori di centro e sud Italia, ma forte anche la presenza di buyer dell’est Europa, del nord Africa, di Iran e Brasile.